Sta avendo luogo a Parigi presso un piccolo ma significativo museo, il Museo Marmottan, di casa in una grande villa al limitare del Bois de Boulogne, una esposizione incentrata su Cézanne e gli artisti italiani a lui vicini. Si ricordi che quella che è considerata la sua opera principale è il ritratto di un ciociarello di Atina ‘Le Garçon au gilet rouge’ ma prima di informare sulla iniziativa, ritengo doveroso illustrare brevemente il piccolo museo a favore di coloro che non lo conoscono ancora. Si trova in una grossa villa con più dipendenze e i fratelli francesi per queste grosse abitazioni composte di più unità abitative ma a disposizione di un solo proprietario e inquilino, impiegano il termine prestigioso di hotel particulier. La villa fu costruita agli inizi del 1800 da un generale di Napoleone poi, verso la fine del secolo, passata di mano agli imprenditori collezionisti Marmottan e infine all’ultimo discendente, Paul Marmottan, studioso, critico d’arte e collezionista. Paul e il padre la ricolmarono di opere d’arte specialmente di stile impero: entrando nel Museo si resta inebriati dalla bellezza e ricchezza degli arredamenti, ora frammisti ai numerosi dipinti. Paul, ultimo discendente, quando giunse la sua ora negli anni ‘30 del Novecento, lasciò tutti i beni alla Accademia di Belle Arti di Parigi, da sempre specializzata nella promozione delle arti non solo attraverso l’insegnamento: l’Accademia da oltre un secolo organizzava annualmente i celebri Salon parigini. E apportati i necessari lavori di ammodernamento e di adeguamento, dopo tre anni il Museo Marmottan aprì al pubblico. Una gestione professionale ed efficiente fu motivo di fiducia e di affidabilità per cui poco a poco nel corso degli anni, non pochi collezionisti d’arte si sentirono incoraggiati e gratificati a donare la loro o le loro opere d’arte al Museo che di molto ha arricchito il proprio patrimonio d’arte. Tra le tante donazioni, che continuano normalmente anche oggi da parte dei collezionisti, mi piace evidenziarne al lettore in particolare tre: la donazione degli eredi Morisot che ha consentito al Museo di mettere a disposizione dei visitatori un raro complesso di opere di Berthe Morisot, la prima donna pittrice impressionista, divenute un raro motivo di richiamo. Altro motivo di attenzione sono le estremamente rare miniature medievali in numero di oltre trecento donate da uno dei grandi mercanti e collezionisti francesi, Georges Wildenstein, fondatore della celebre dinastia di mercanti d’arte; ma il fulcro più significativo, eccezionale, fu una quantità di opere di Monet che il figlio donò al Museo, fulcro tanto significativo per qualità e quantità che oggi il Museo è divenuto il luogo dove sono presenti più opere dell’artista e tra queste non manca il quadro famoso esposto nel 1874 col titolo di Impressison Soleil Levant che diede il nome alla nuova corrente: Impressionismo. Tanto importante tale donazione che il Museo già da alcuni anni ha adeguato la propria ragione sociale in: Musée Marmottan-Monet. E a proposito della collezione di opere di Claude Monet (1840-1926), una visita al Museo Marmottan-Monet comporta una esperienza veramente indimenticabile: in un locale interrato è stata ricavata una immensa sala di esposizione delle opere dell’artista: ebbene scendendo i pochi gradini e trovandosi di fronte alle incredibili enormi divine ‘Ninfee’, allora si capiscono tutti i sentimenti e le emozioni che tanti scrittori e poeti hanno descritto e descrivono al cospetto: è una sensazione mozzafiato, da provare, all’occasione: una esperienza unica e impareggiabile: le parole non sono sufficienti a descrivere l’emozione. Anche al Museo della Orangerie in un locale interrato composto di due sale ovali con una serie di questi grandissimi quadri di ‘Ninfee’ (altezza 1,80 m, lunghezza minimo 4 m) tutto intorno, uno appresso all’altro, la sensazione è anche qui inimmaginabile e da vivere, ma al Museo Marmottan è differente!
Avevo l’intenzione di illustrare una mostra che vi sta avendo luogo, le opere di Cézanne e i suoi rapporti con l’Italia. Ma sarà per un’altra volta.
A proposito, è vero, non conta niente, ma conta: il direttore del Museo Marmottan è un francese ciociaro, Patrick de Carolis, le cui ascendenze provenivano da Roccasecca, patria di Severino Gazzelloni e di Tommaso d’Aquino.