“Il meno che si possa chiedere a una scultura è che stia ferma”. Lo scriveva in maniera convinta e decisa Salvador Dalì, pittore, scultore, scenografo, fotografo e cineasta spagnolo, che affidava a questo pensiero un tracciato di ciò che si deve intendere quando si parla di scultura e quando si parla della sua anima; la scultura ha un’anima e quest’anima si chiama materia. La scultura non si ferma, come non si ferma la fantasia di un bambino, la sua creatività, il suo estro.
Quel bambino oggi è un uomo, Christian La Rosa, un professionista, un personal trainer, che fa del benessere e della salute i principi cardini della sua vita, che a 3 anni giocava con i fogli di carta, e osservando i suoi genitori, facendo un ritratto alla sua mamma, dialogava con l’ arte e iniziava a tracciare uno schizzo, lo schizzo di un segno veloce, repentino che di lì a poco sarebbe divenuto la sua arte.
L’arte di Christian si misura oggi in età adulta con la pittura e con la scultura, con l’amore per il bello, anche per il bonsai, alberi in miniatura che sono eccelsi nella loro piccola grandezza. Lui oggi utilizza tele recuperate, anche qui frutto di un ricordo della sua bisnonna, lucana, e nelle sue prime opere vi è sempre un approccio alla materia, alle maschere, ancora ricordo di suo padre, che ha vissuto in Africa, e che lo porta ad un abbraccio quasi osmotico con la materia, farne un tutt’uno e ricercare in essa il principio, il ricordo, il fine, il sentimento.
A 3 anni modellava giochi, aereoplani, da un pezzetto di pasta morbida che a casa vedeva plasmare per preparare la pasta dalla nonna; vi era nel suo essere giocoso la ricerca del fare, del produrre da un punto una linea, da una linea un disegno, e da un disegno il suo oggi, il suo presente.
A 21 anni la prima mostra a Marino presso la Pro Loco, e in seguito un susseguirsi di successi e riconoscimenti, che lo portano ad unire nel bello del suo mestiere il bello dell’arte, un modellare un corpo, un modellare la materia;la sua prima mostra era dal titolo Racconti, un racconto unico che parte dall’età di 3 anni e continua nel suo presente.
Oggi vi sono molte chine, vi è di nuovo il disegno, chine molte colorate, che seguono i colori della sua anima non rigida o ferma, ma vulnerabile che segue diverse sfaccetture, come la sua arte.
Oggi si dedica al disegno, alla scultura, alla pietra, scultura a cui si è approcciato grazie al maestro Paolo Marazzi, grande scultore, assistente di Umberto Mastroianni, una scultura grezza che dialoga e che cerca un suo perchè.
Christian,è un artista che in tutti i bassorilievi, in tutte le sue opere cerca sempre la perfezione come la chiede a se stesso, e vuole plasmare sempre la sua anima alla ricerca della compiutezza, di un percorso che crescendo cambia, e si migliora in continuazione.
Lui originario di Maratea, ricerca e vede sempre l’acqua , l’infinito, l’incresparsi delle onde, un arte in movimento, che segue il movimento del corpo, dell’anima e che segue la vivacità di quel bambino che ancora oggi vediamo giocare con il foglio di carta della sua esistenza.
Lo schizzo oggi è Christian La Rosa.
Foto di Simone Paris