La statua di un alpino che monta la guardia a una scultura, appena fuori la stazione ferroviaria, già ci introduce al contributo di sangue ed eroismo che videro protagonisti il glorioso corpo militare durante la guerra del 1915-1918. Il doppio nome (italiano/friulano) della stazione invece, come capita nella maggior parte di quelle attraversate dalla littorina che arriva da Udine, ci fa intendere che siamo in Friuli. Ma c’è di più, perché ci sono luoghi dove si va oltre, meritando addirittura tre nomi, come capita a Cividale, la cui targa di benvenuto indica Cividale del Friuli/Cividât/Ĉedad.
Il paese incanta. Per la presenza dei palazzi antichi, per i monumenti longobardi ma anche quello dedicato proprio agli alpini, e per la storia, essendo stata crocevia di scambi culturali con le popolazioni slovene. Molti degli edifici hanno l’abitudine di rispecchiarsi lungo le acque del Natisone, la cui vista vale almeno il viaggio se si osserva dal ponte del Diavolo (che di diabolico non ha nulla). Al resto invece, pensa la natura, che incornicia alla perfezione l’antica Forum Julii (foro di Giulio), come si chiamava Cividale quando Giulio Cesare la fondò nel 50 a.C., e come tutti ancora la conoscono, riconoscendola capitale storica e culturale del Friuli.
Anche se gli scavi condotti al di sotto di un riparo posto su un terrazzo del Natisone hanno fatto rinvenire materiale neolitico databile al 9000 a.C. – ed hanno permesso di ipotizzare una frequentazione databile forse dal Paleolitico medio -, gli appassionati di storia hanno di che sbizzarrirsi a spasso per la città. Soffermandosi ad esempio a guardare il fascinoso Ipogeo celtico, l’Oratorio di Santa Maria in Valle (Tempietto longobardo) straordinario compendio di architettura e scultura altomedioevale (riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO) oppure delizino i loro occhi guardando il Duomo (XV-XVI secolo), il Palazzo comunale (XIV-XV secolo) oppure il Palazzo dei Provveditori Veneti (XVI secolo – il cui progetto è attribuito ad Andrea Palladio, il Museo cristiano e Tesoro del Duomo che ospita il Battistero di Callisto (VII secolo) e l’Ara di Ratchis (VIII secolo). I turisti invece più sensibili al folclore e alle tradizioni, prendano l’agenda per segnare un appuntamento di spettacolo com’è il Mittelfest a luglio (a meno di proroghe in questi tempi di isolamento). Oppure ad agosto è la volta del Palio di San Donato. Mette tutti d’accordo la Messa dello Spadone (6 gennaio), particolare rito religioso a cui segue la rievocazione storica dell’ingresso in città del patriarca Marquardo Von Randeck (1366).
Camminando, vi soffermerete a guardare gli affreschi di Palazzo Levrini Stringher sulla via principale. Magari noterete anche voi, sotto una bella finestra, il cartello in friulano che avverte della “Place des Feminis”, la piazza delle donne, dove fino a pochi anni fa si svolgeva il mercato della frutta e verdura: i venditori erano in larga prevalenza donne”, “feminis” in friulano. Oggi, il nome “vero” di quella piazza rende omaggio a Paolo Diacono. Se nel frattempo vi sarà venuta anche fame, degusterete le pietanze locali. Dall’idrik u bleuku (ventaglietti al radicchio) al frico, sono un ottimo souvenir del luogo gli strucchi, semplicemente accompagnati dalla grappa. A Cividale è attiva dal 1898 una distilleria famosa, inoltre tanti piccoli viticultori locali, alla produzione del vino, un vanto del territorio a livello internazionale, da alcuni anni hanno affiancato la produzione di grappa con il proprio marchio derivata dai propri vitigni e distillata presso distillerie autorizzate.
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Cividale del Friuli (Udine)
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