Parola inflazionata del periodo: lockdown
Biblioteca preferita: Reale di Torino
Autore a cui è più legato: Manzoni
Città preferita: Torino, ma con un rapporto di amore-odio
Cantico preferito della Divina Commedia: il primo, perché è quello che dimostra l’attualità assoluta del linguaggio di Dante.
Segni particolari: inesauribile amore per la ricerca
Parliamo di Claudio Marazzini, linguista e accademico italiano, presidente dell’Accademia della Crusca dal 2014 e co-direttore della prestigiosa rivista “Lingua e stile”, pubblicata dal Mulino di Bologna.
Una passione, quella per la lingua italiana, nata durante gli anni dell’università, con la scoperta della linguistica, soprattutto quella strutturale e la critica linguistica, francese e russa. “Oggi – racconta Marazzini – la funzione prevalente è costituita dall’informatica, dall’economia e dalle scienze biologiche, ma allora era l’umanistica. Letteratura e linguistica erano al centro di tutto”.
Tra le sue opere, una tesi di laurea sul linguaggio di D’Annunzio nella letteratura francese; la pubblicazione di un inedito Zibaldone dello scrittore ottocentesco Giovanni Faldella, un vocabolario costruito per avere gli strumenti linguistici necessari, frutto degli studi in lessicografia; la pubblicazione, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, dell’edizione critica del manoscritto di Alessandro Manzoni Dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla, di cui si erano perse le tracce e che Marazzini ritrovò alla Reale Biblioteca di Torino.
Senza dimenticare l’amore per la filologia, “la disciplina mentale che permette il controllo delle fonti e che non è solo l’edizione dei testi – spiega l’accademico. Nata con Lorenzo Valla, che dimostrò la falsità della Donazione di Costantino, la filologia è una componente fondamentale di tutta la cultura, non solo umanistica, e che oggi può costituire un antidoto contro le bufale della rete, invitando a domandarsi Chi dice cosa? Da dove viene questa informazione? Qual’ è la fonte?”
Dell’accademico italiano è, inoltre, il volume Rilegatura artigianale e d’arte, nato dalla pratica di famiglia di restaurare libri antichi, che gli aveva donato una certa manualità e la capacità di apprezzare il libro anche come oggetto materiale, fatto di la carta, con un suo profumo e una sua texture.
La curiosità e il fascino del nuovo rappresentano fil rouge della vita di Claudio Marazzini: dallo studio, alle applicazioni, senza fermarsi a ciò che si ha già. “Se ci mettiamo a guardare il nostro passato, scopriamo una tale diversità, per cui non è necessario andare in cerca di qualcosa di esotico o lontano”.
Pensando, invece, al momento attuale e agli strumenti linguistici necessari per esprimersi oggi in maniera corretta, nonostante tutte le influenze a cui siamo sottoposti, lo studioso afferma: “È evidente che una persona colta, con buone capacità comunicative, ha armi migliori rispetto a chi è costretto solo ad urlare. In alcune professioni (finanza, informatica) anche lo strumento dell’inglese, compresi i suoi eccessi, è necessario, e persino lo stile urlato nei social funziona. La lingua, anche nella sua dimensione peggiore, può essere efficace e va vista nel suo complesso, ma leggere, rileggere e scrivere è sempre molto utile ed importante. Bisogna pensare almeno un momento a quello che si dice e si scrive, anche se viviamo in un’epoca particolarmente frenetica”.
Per le celebrazioni dell’anno di Dante, che ricorre nel 2021, settecentesimo anniversario della sua morte, l’Accademia della Crusca inaugurerà il Museo della lingua italiana “un museo diverso da quelli a cui siamo abituati – spiega Marazzini – un’esperienza concentrata, capace di consegnare al visitatore la ricchezza infinita della lingua, scritta e orale, antica e moderna, colta e popolare ad un tempo”.