Delle varie versioni del David, quella di Michelangelo è probabilmente la più imponente e la più famosa, anche per le vicende legali che hanno contrapposto il Comune di Firenze con lo Stato Italiano per definirne la proprietà. La statua, che inizialmente doveva essere collocata su uno dei contrafforti del Duomo di Firenze, venne realizzata talmente bene che si ritenne sprecata per quella collocazione, ed oggi è ammirabile in tutti i suoi cinque metri e venti centrimetri di altezza alla Galleria dell’Accademia, situata sempre a Firenze. Ne è presente tuttavia una copia di inizio ‘900 in Piazza della Signoria. Questo David è così diverso dalle altre versioni perché Michelangelo decise di rappresentare il soggetto nella concentrazione prima della battaglia con Golia, con uno sguardo teso e la muscolatura poderosa, reattiva e pronta all’azione. L’attento studio anatomico che lo scultore fece per realizzare l’opera è ammirabile nei minimi particolari rispettati per conferire il massimo realismo all’opera: partendo dal basso possiamo ammirare già il dettaglio della muscolatura della gamba destra in appoggio tesa e ben definita con il piede appoggiato interamente; quella sinistra, che non sostiene il peso, è più rilassata e con il piede sinistro che tocca solamente il terreno nella sua porzione interna. Questo è ancora più bello da ammirare a livello del bacino, dove a lato del gluteo destro è evidentissima la piccola curvatura creata dal femore, tipica di un appoggio completamente monopodalico e con un baricentro che tende ad uscire esternamente al piede in appoggio. Posteriormente possiamo vedere come il gluteo destro che sostiene il peso sia in tensione, così come la muscolatura posteriore della coscia. La porzione lombare della colonna forma una convessità sinistra, dettaglio visibile anche anteriormente con l’emitorace di destra “chiuso” sull’emibacino relativo. Il David nella mano destra stringe la pietra, con la quale sconfiggerà Golia: splendido il dettaglio dei vasi superficiali del dorso di mano e avambraccio ben visibili e distesi, così come la muscolatura ventrale dell’avambraccio è contratta nello stringere il sasso. È il dettaglio del collo ad essere davvero formidabile: ogni muscolo che deve rilassarsi per ruotare il capo a sinistra è rilassato e disteso, così come quelli che devono azionarsi sono contratti e operativi. Con il salire dell’adrenalina avvicinandosi allo scontro vediamo come anche il sistema vascolare del collo sia gonfio e definito. Sono tante le rappresentazioni scultoree e grafiche che già da secoli riproducono l’anatomia più o meno fedelmente, ma il livello di dettaglio espresso da Michelangelo lascia intendere che abbia preso un modello all’incirca dell’età del David e che esso fosse stato in qualche modo eccitato dalla cosiddetta reazione attacco-fuga, al fine di poter esprimere con il massimo realismo possibile ogni singolo dettaglio visibile a occhio nudo. Michelangelo anticipa così di circa cinquant’anni le scoperte sul sistema cardio-circolatorio che arrivarono dalla vicina Pisa grazie ad Andrea Cisalpino e forse sfruttando quelle di Leonardo, che già da anni si era fortemente interessato all’anatomia in generale.