Davide Di Cola e la sua passione per l’Architettura

Il suo sogno è realizzare un format che faccia vedere come le città potrebbero modificare le loro disfunzioni in punti di forza e poter dare ad ogni comune una visione di città futura proiettata tra cinquant’anni, affinché ogni amministratore si impegni a lasciare ai posteri un territorio migliore di come lo ha trovato.

Davide di Cola, architetto, nasce a Formia l’1.12.1984, il suo percorso formativo si completa con la laurea Magistrale in Architettura – Progettazione Architettonica e Urbana – il 26 Gennaio del 2010 presso la Prima Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni dell’Università La Sapienza di Roma.

Muove i suoi primi passi come disegnatore già nel 1999 all’interno dello studio di suo padre Luigi di Cola, LDC Architettura.

Una passione, la sua, che cresce col trascorrere del tempo, suo padre, infatti, lo portava spesso con lui in studio, Di Cola iniziava in questo modo a familiarizzare con gli strumenti tipici del lavoro di architetto, che ad un primo approccio erano per lui alquanto strani.

Mentre iniziava a “respirare l’Architettura” e prendeva forma quello che sarebbe diventato il suo sogno prima e la sua professione in seguito, Di Cola osservava attentamente suo padre, con gli occhi attenti e curiosi di ragazzo, cercando di carpirne ogni segreto più recondito.

Certamente oggi è pienamente consapevole che suo padre, molto abilmente, gli ha volutamente mostrato tutti gli aspetti positivi di un mestiere meraviglioso, quello di architetto, lasciando nascosto il lato burocratico, decisamente noioso, spesso fatto di lungaggini e fonte di non poche ansie.

Di Cola è convinto che si sarebbe posto, sicuramente, molti più interrogativi durante il suo percorso formativo se suo padre gli avesse mostrato anche la parte meno attraente del suo lavoro.

La sua primissima esperienza lavorativa fu nel 2009, quando, ormai prossimo a laurearsi, cominciò a mettere a frutto le sue doti e la formazione acquisita, presso la società Pronaves, uno studio di ingegneria di Roma, spin-off dell’Università di Roma Tre.

Questa sua prima fondamentale esperienza ha rappresentato per Di Cola una vera e propria sfida, molto stimolante ed interessante, per poter approfondire il lavoro di progettazione in ambiti e spazi totalmente diversi da quelli consueti relativi all’edilizia.

Appena ebbe modo di mettersi all’opera, all’interno dell’ufficio, a Di Cola fu affidato un progetto importante, gli fu dato il compito di progettare una stazione di attracco per una Banchina ecologica.

Con questo progetto ci fu la partecipazione al Festival Internazionale sull’energia – Lecce 2009 – con un ottimo posizionamento, infatti Di Cola ed il suo team si classificarono primi tra centinaia di progetti giunti da tutta Europa.

Nel 2013 Di Cola rientra nella sua città, a Formia, ed inizia a lavorare come Project Manager nello studio di suo padre Luigi Di Cola – LDC Architettura. Tra i primi incarichi dei quali si occupa, c’è la ristrutturazione di un’abitazione di proprietà della sua famiglia.

Un’occasione decisamente propizia, visto che ebbe modo di conoscere molti addetti ai lavori, che si erano occupati delle varie fasi della costruzione, che successivamente lo proposero come progettista nei loro cantieri.

Una collaborazione che dura ancora oggi, infatti Di Cola continua il suo lavoro di progettazione con le maestranze conosciute in quel periodo.

Oggi Di Cola è fortemente convinto che un professionista non deve ricercare un complimento o una lusinga dal proprio committente, ma impegnarsi con passione nel lavoro di progettazione al fine di ottenere piena soddisfazione da parte del cliente.

Per far sì che ciò avvenga è necessario che il committente sia seguito passo passo, a partire dal momento in cui nasce l’idea fino al completamento dell’opera.

Proviamo ora a scoprire cosa ne pensa un architetto dell’aggettivo “bello”.

Certamente quello che può essere definito bello è molto soggettivo, difficile, quindi, anche in Architettura, poter considerare in assoluto che un’opera sia bella per tutti, piuttosto, dice Di Cola, si potrebbe parlare del concetto di Armonia.

Secondo il suo modo di pensare, bisogna sempre mirare a cercare l’Armonia, non si tratta esclusivamente del lato estetico, ma di un insieme di aspetti che siano capaci di donare benessere alla persona.

Per il prossimo futuro Di Cola è consapevole dell’importanza che ha la formazione continua nel suo mestiere, dovuta principalmente al fatto che gli incarichi dei quali si occupa sono spesso molto differenti tra loro.

Per lui il lavoro è una sorta di missione, essendo convinto che l’Architetto abbia il compito di porsi un’infinità di domande, trovando le migliori risposte alle stesse, per riuscire a far vivere le persone in modo migliore.

Per dare maggiormente forza a questa sua convinzione, Di Cola sta studiando un format video che faccia vedere come le città potrebbero modificare le loro disfunzioni in punti di forza.

Uno dei grandi problemi che non permettono ai territori di progredire, secondo Di Cola, è generato dalla contrapposizione politica che porta alla distruzione di tutto ciò che è stato realizzato dal predecessore di turno.

Di Cola si pone un obiettivo, un sogno, poter dare ad ogni comune una visione di città futura proiettata tra cinquant’anni, affinché ogni amministratore abbia la possibilità, davvero concreta, di investire le risorse su un progetto organico che abbia l’ambizione di lasciare ai posteri un territorio migliore di come lo ha trovato.

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