Cremoso, goloso, famoso: tre aggettivi che descrivono alla perfezione uno dei dolci italiani più celebri al mondo, di quale dolce stiamo parlando?
Proprio lui il tiramisù il più amato, il più richiesto, il più sognato. Un dolce che mette d’accordo tutti, grandi e piccini, tanto da essere diventato simbolo di una vera e propria esperienza golosa già solo pronunciandone il nome.
Un nome che ha conquistato il mondo: tante parole della nostra cucina sono ormai così famose e riconosciute da essere diventate internazionali: pasta, pizza, cappuccino, espresso, spaghetti… e oggi anche il tiramisù.
L’Accademia Italiana della Crusca ha certificato infatti che il termine tiramisù è ormai ufficialmente presente a livello internazionale come “italianismo gastronomico” in ben 23 lingue diverse.
Un dessert al cucchiaio diffuso in ogni angolo dello Stivale. Pochi ma semplici e ge-nuini ingredienti: savoiardi o biscotti dalla consistenza simile e friabile, caffè mascar-pone, uova, zucchero fanno di questo dolce una golosità che nelle tavole italiane a fine pasto, spesso non manca. Ma nonostante la notorietà, il tiramisù continua a incuriosire golosi e pasticcieri che ne cercano di riscoprire origini e ricette.
Chi non conosce il tiramisù, o non lo ha mai assaggiato? Tutti almeno una volta nella vita ne avranno gustato la bonta: ma chi saprebbe dire chi fu il suo inventore?
Il suo nome attuale deriva infatti dal dialetto veneto ed è ormai considerato un dolce tipico di questa regione, eppure altre regioni si contendono la sua natalità: prime fra tutte, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Toscana.
Diverse infatti sono le leggende che ruotano intorno alla nascita del tiramisù, chi so-stiene che venne ideato in Piemonte da un cuoco torinese per sostenere Camillo Benso conte di Cavour, mentre svolgeva la sua opera di riunificazione d’ Italia;
Ancor più addietro nel tempo si dice che il tiramisù venne creato in Toscana, intorno al 1600, in occasione della visita di Cosimo III de’ Medici a Siena. Qui la corporazione dei pasticcieri senesi, già allora celebri per la loro bravura, decise di rendere omaggio al Granduca, realizzando per l’occasione un dolce che rispecchiasse la sua personalità: la “zuppa del duca” un dolce goloso e importante, realizzato con ingredienti semplici ma, dato che né il mascarpone né i savoiardi erano diffusi nella pasticceria senese tra il XVII e XVIII secolo, questa ipotesi è stata presto trascurata.
Le due regioni più agguerrite nell’aggiudicarsi la paternità del tiramisù sono il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, sebbene sembri sia finora quest’ultima ad averne avuto la meglio. Altro racconto parla dei ristoranti trevigiani “El Toulà” e “Al Fogher” dove sarebbe stato creato. Una cosa però mette tutti d’accordo: il tiramisù nasce come dolce popolare, ispirandosi alla colazione contadina, quella fatta con un tuorlo d’uovo sbat-tuto con lo zucchero, in cui si inzuppavano i biscotti da dare ai bambini.
Ad oggi il tiramisù è ancora considerato un dolce molto energetico: alcune ipotesi, infatti, immaginano la nascita del tiramisù addirittura in una casa di tolleranza.
La maggior parte delle tesi attribuisce infatti la paternità del “tiramesù” alla città di Treviso, dove verso la fine degli anni 60 presso il ristorante “Alle Beccherie” il pastic-ciere Roberto Linguanotto lo realizzò per la prima volta. Il successo fu clamoroso tanto che via via venne diffuso in tutto il Veneto.
Tuttavia i comuni di Tolmezzo (UD) e di Pieris di San Canzian d’Isonzo (GO) del Friuli Venezia Giulia non sono d’accordo.
Gli abitanti di Tolmezzo affermano infatti che il conteso dessert è stato inventato nell’ albergo Roma gestito da Norma Pielli, assieme al marito Giuseppe “Beppino” Del Fab-bro. Nel ristorante dell’albergo veniva servito il “Dolce Torino” di pellegrino Artusi, a base di savoiardi, burro, cioccolata, rosso d’uovo, latte e fu proprio la signora Pielli nel 1951 a decidere di modificarlo sostituendo il mascarpone al burro ed inzuppando i sa-voiardi nel caffè amaro.
Diversamente a Pieris in provincia di Gorizia la storia del tiramisù venne scritta da Mario Consolo, inventore del “Vetturino“, dolce con cioccolato e zabaglione, la cui ricetta veniva proposta dagli anni ‘40 e che è stata perfino registrata davanti ad un notaio.
Per anni la data di nascita del dessert italiano è stata fatta risalire al 1970, presso il ristorante “Alle beccherie di Treviso”. Ma Clara e Gigi Padovani, autori del libro “Ti-ramisù – Storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiano più amato” (Giunti), hanno svolto diverse ricerche storiche che li hanno condotti a una conclusione diversa: il dolce sarebbe nato a Pieris (Gorizia) e poi perfezionato a Tolmezzo (Udine).
Ma al di là di storia e origini qualcuno si è mai chiesto perché si chiama proprio tira-misù? Molte sono le storie che circolano a proposito del nome di questo dolce, l’unica certezza è che sia una parola di derivazione del dialetto veneto “tirame su” (poi italia-nizzata tiramisù).
Come ci spiega lo storico trevigiano Giorgio Fantin, l’attuale nome tiramisù sembra risalire all’usanza di servire questo dolce goloso come omaggio in alcuni bordelli della regione. Grazie infatti a quel connubio di ingredienti golosi e energizzanti è da sempre caratterizzato come pietanza dalle proprietà rinvigorenti ed afrodisiache.
La ricetta prevede che vengano sapientemente mixati savoiardi, tuorli d’uovo, zuc-chero, caffè, mascarpone e cacao in polvere. Liquore o albumi sono previsti solo nelle più nuove rivisitazioni. La forma dovrebbe essere rotonda ma va bene anche l’impiego di una pirofila quadrata e, qualche volta, meglio inserire pure la panna montata o l’al-bume montato unito al mascarpone. Ancora, qualcuno completa con il Marsala. Dopo si lascia in frigorifero per raffreddarlo e gustarlo fresco. Negli ultimi anni sono sorte varietà alla frutta, come ananas, banana, lampone e cocco o stravaganti, unendo birra o yogurt.
Le curiosità intorno al tiramisù
• in Cina è la prima parola italiana conosciuta
• all’estero è uno dei simboli del Made in Italy
• è tra i dolci più citati al cinema. Vedi Insonnia d’amore per esempio
• negli ultimi anni ne è stata creata una versione vegana
Tutti gli ingredienti che compongono il tiramisù sono scelti per dare energia, oltre che buonumore. Tra questi c’è naturalmente il cacao, con proprietà benefiche per l’organi-smo, e capaci di stimolare anche la produzione di ormoni come la serotonina, respon-sabile del buonumore.
Ma le curiosità su questo golosissimo dolce non sono finite.
Lo sapevate che in Friuli Venezia Giulia detengono un primato del Guinness World Record legato a questo squisito dolce? Ebbene sì, perché a Gemona del Friuli in pro-vincia di Udine, amano così tanto questo dessert da essere riusciti nella golosissima impresa di realizzare il Tiramisù più̀ grande del mondo: ben 3015 kg di gusto e bontà!
Ma non è l’unica curiosità ad aver stupito: questo dolce ha valicato di gran lunga i confini del nostro paese ma forse quel che ancora non sapevate è che è arrivato perfino nello spazio. Già proprio così: sembra infatti che l’astronauta italiano Luca Parmitano nel 2013 abbia richiesto un menù speciale per la sua permanenza in orbita con la navi-cella russa Sojuz TMA09M dell’Agenzia Spaziale Europea.
Preso da un attacco goloso non poteva attendere il ritorno a casa e così lo chef torinese Davide Scabin l’ha accontentato e ha preparato una ricetta adatta all’assenza di gravità: un tiramisù disidratato e imbustato per raggiungere il nostro ghiotto astronauta Luca. Che dire: un dolce goloso fatto di pochi semplici ingredienti diventato il dolce più fa-moso del mondo la cui scoperta di aneddoti e ricette da scoprire rende ancora più en-tusiasmante la voglia di gustarne un cucchiaio dietro l’altro.