In cosa si distingue Demon Slayer dagli altri prodotti dello studio Ufotable, come la serie Fate Stay Night? Forse, si tratta di una combo ben riuscita di trama, scelta editoriale, e, soprattutto, di animazione, croce e delizia del pubblico della serie. L’uso massiccio della CGI ha fatto storcere il naso a non poche persone, eppure, i risultati positivi sono innegabili, nonostante i margini di possibile miglioramento.
L’uso della Computer grafica ha permesso alla Ufotable di descrivere con precisione dettagli impossibili da riprodurre in altro modo, facendo risaltare le armi usate dai personaggi, le tecniche di combattimento, e i diversi tempi della narrazione, soggetti a variazioni anche repentine. Sebbene gli spettatori non abbiamo dato un riscontro unanimemente positivo al prodotto finale, il miglioramento dei disegni rispetto alle tavole originali del fumetto è netto e decisivo: molte battaglie risultano troppo confusionarie lasciate solamente alle pagine del manga, mentre gli strumenti della CGI hanno permesso la loro realizzazione animata con una fedeltà addirittura maggiore rispetto alla base di partenza.
Proprio come l’Attacco dei Giganti, anche Demon Slayer segna questo periodo di rivoluzione nella ricezione della cultura nipponica nel nostro continente, e, in particolare, nel nostro Paese. La seconda stagione dell’anime ha visto la luce il 10 ottobre sulla piattaforma Crunchyroll, e volge ormai al termine nel mese di febbraio; tuttavia, è possibile recuperare la prima serie su Prime video e Netflix.