Sono in viaggio per tornare in patria, in Ciociaria frusinate, questi due dipinti di cui mostriamo le immagini: si tratta di creature in costume tradizionale dipinte da uno dei maggiori artisti dell’epoca, non ciociaro bensì toscano, artista innamorato anche lui del personaggio in costume ciociaro.
Queste due preziose opere sono apparse sul mercato antiquario tedesco e immediatamente intercettate e acquistate da un collezionista ciociaro. E in questa terra dove non esistono gallerie e pinacoteche -salvo solamente il museo di arte sacra di Montecassino- dove in tutto esistono quattro o cinque librerie, dove non esistono scuole serali per adulti nemmeno private, dove si registrano i più alti resi di giornali non letti, ebbene in questa terra così sofferente -non vogliamo impiegare altri aggettivi più pertinenti- allignano pure i collezionisti d’arte. Quale miracolo! E non ve ne è uno solo: se gli uomini politici fossero politici e se le istituzioni aprissero gli occhi, questi uomini e donne che spendono soldi per opere d’arte si dovrebbero additare al pubblico encomio e plauso: infatti la quasi totalità di questi collezionisti compra esclusivamente opere che hanno attinenza con la Ciociaria e cioè opere di artisti stranieri ed italiani che illustrano il personaggio in costume ciociaro o qualche veduta o modella e modello oppure opere -dipinti e sculture- di artisti autoctoni in prevalenza fine Ottocento-inizi Novecento: Ernesto Biondi, Pasquale Fosca, Amleto Cataldi, Vincenzo Petrocelli, Eleuterio Riccardi, Domenico Mastroianni e altre firme locali, nomi completamente o quasi ignorati dalle patrie istituzioni e dagli uomini politici locali e strappati all’oblio e tenuti vivi grazie a questi cultori che non di rado rinunciano a qualche piacere pur di acquistarne un’opera. Quindi assistiamo al fatto che quanto non viene realizzato dalle istituzioni, viene in qualche modo fortunatamente rimpiazzato e portato avanti da privati veri cittadini! Ed è perciò che in assenza di chi di dovere, si sta creando, da anni, un vero e proprio ‘museo’ pur se ‘diffuso’. Naturalmente non manca anche qualche collezionista di opere contemporanee, pure da gratificare.
Ma quanto andrebbe ricordato e tenuto a mente, a onore delle locali istituzioni e soprattutto dei felici e spensierati uomini politici locali e anche donne politiche, è il fatto che Frosinone è il solo capoluogo d’Italia ad essere sprovvisto di una pinacoteca o galleria o perfino di un modesto museo civico. Ma qui ci arrestiamo e invitiamo a godere la visione di questi due magnifici quadri ciociari realizzati da un celebrato pittore fiorentino nel 1863. Chissà che non ci sia qualche istituzione pubblica o privata che non voglia farsi promotrice della iniziativa di esporre pubblicamente per qualche giorno le due opere e far godere e gratificare la collettività frusinate. Il collezionista proprietario non chiede soldi!
Chi vuol conoscerne di più sul costume ciociaro consiglio caldamente:
“Il costume ciociaro nell’arte europea del 1800.”