Munch è indubbiamente ricordato quasi solo per ‘L’urlo’ mentre l’artista pone le basi dell’Espressionismo con moltissime opere in cui esprime non le sensazioni visive, ma il riflesso del dolore umano.
In quest’opera, erroneamente chiamata ‘Vampire’, la donna vampiro, per la posizione in cui la donna bacia l’uomo, è emblematica dell’angoscia, del senso di alienazione e del ‘mal di vivere’ che lo accompagneranno per tutta la vita e che esprimerà in ogni suo dipinto.
La sua instabilità psichica è da ricollegare a due grandi dolori vissuti durante l’infanzia e l’adolescenza: la morte della madre prima e della sorella quindicenne, pochi anni dopo, per tubercolosi che causerà la depressione del padre. Sono eventi che segnerebbero l’esistenza di chiunque e che in Munch, dotato di eccessiva sensibilità, comprometteranno la sua salute mentale portandolo all’abuso di droghe e alcool e a
periodici ricoveri in cliniche psichiatriche.
Ecco allora che l’uomo vittima delle sue emozioni è il protagonista di quest’opera che ha per tema la fine di un amore, della tormentata relazione con Tulla Larsen, terminata con una violenta scenata, durante la quale il pittore si ferisce gravemente alla mano, strumento indispensabile per la sua arte.
Il rosso, l’arancio dei capelli della donna dominano il centro della scena, in contrasto con i colori scuri dell’opera. Perché lei è il fuoco della vita e il suo incarnato è rosa, è caldo, in contrasto con il volto bluastro dell’uomo che si stringe a lei pallido e dolorante. Si appoggia al suo petto come se cercasse calore, mentre tutto intorno è buio e minaccioso, ma ormai l’amore è finito e la donna lo bacia sul collo, con tenerezza, che non basta a scaldare. . C’è una specie di angoscia nell’uomo, di disperazione che stringe la donna come se fosse l’ultima cosa solida sulla terra, la sua ancora per il mondo. Ma le braccia di lei lo avvolgono senza stringerlo, con affetto ma senza amore. Sono chiusi in una sorta di bolla protettiva, ma nera e angosciosa come il buio fuori di essa, perché nessun aiuto può giungere all’uomo senza l’amore della sua amata, nonostante lui si abbandoni totalmente a lei, porgendogli sereno il collo. È l’oscillazione tra dolore e amore, indicato dal titolo originale dell’opera, tra la tenerezza del gesto affettuoso di lei e la sinistra disperazione di lui che sa di averla persa perché bianco come un cadavere.
Chi ha identificato la donna con un vampiro come ha potuto non notare il colorito caldo e accogliente di lei? Come ha potuto interpretare col il gesto di un vampiro un bacio così tenero e affettuoso?
È più giusta l’interpretazione di chi vi ha visto la personificazione dell’Amore e del Dolore nelle due figure, anche se l’opera sembra più legata alla storia personale dell’artista, esattamente come il famoso ‘Urlo’, che dipinse dopo un episodio personale.
Si tratta evidentemente di un’opera piena di sfumature profonde , che ha ispirato reazioni molto emotive nelle persone che lo guardano. Il dolore che si prova per la fine di un grande amore si avvicina alla sensazione della morte, non fisica certamente, ma una morte interiore che ti fa impallidire perché ti lascia vuoto e privo di forze. Per questo l’uomo del dipinto si getta in grembo dell’amata: lontano da lei tutto è buio e spaventoso, come il dolore già provato per la perdita della madre e della sorella.
Il quadro è stato mostrato per la prima volta a Berlino nel XIX secolo e quando il regime nazista è salito al potere hanno denunciato questa e altre opere di Munch come “degenerate”. Esistono sei diverse versioni dell’opera , tre sono conservate al museo Munch di Oslo, una è al Museo d’Arte di Göteborg, una è di proprietà di un collezionista privato mentre l’ultima è scomparsa.
Nacque nel 1863 e morì nel 1944. Espressionista, fu influenzato da altri pittori espressionisti come Vincent Van Gogh. Questo espressionismo può essere chiaramente visto nei colori di ‘Amore e dolore’, ma soprattutto nella forza espressiva del quadro che nei suoi contrasti ripete l’ossimoro dell’amore doloroso.