Elisabetta Rogai, rinomata artista fiorentina, è una luminare nel mondo dell’arte contemporanea da oltre cinque decenni. Conosciuta per le sue tecniche innovative e le profonde espressioni tematiche, il suo lavoro cattura il pubblico a livello mondiale.
Elisabetta Burschtein Rogai è nata a Firenze, una città rinomata per il suo ricco patrimonio artistico. Il suo percorso nel mondo dell’arte è iniziato in tenera età, a nove anni, quando ha cominciato a mostrare una grande abilità nella pittura. Nel 1970 ha tenuto la sua prima mostra, segnando l’inizio di una prolifica carriera che ha visto le sue opere esposte in gallerie prestigiose e collezioni private in tutto il mondo.
La sua espressione artistica si distingue per la sua tecnica unica conosciuta come EnoArte, in cui dipinge utilizzando il vino al posto dei pigmenti tradizionali. Questo metodo mette in evidenza la sua ingegnosità creativa, ma simboleggia anche una profonda connessione con la cultura toscana, nota per il suo patrimonio vinicolo. Col tempo, il vino sulle sue tele matura, alterando la sua tonalità e rendendo le sue opere vive e in evoluzione. I suoi soggetti, spesso donne e animali, sono raffigurati con bellezza eterea e profondità emotiva, facendo risuonare le sue opere a un livello profondo.
Nel corso della sua carriera, Rogai ha esposto le sue opere in numerose mostre in tutto il mondo, tra cui: Washington, Cannes, Venezia e Hong Kong, Palazzo Medici Riccardi a Firenze, al Vinitaly.
Nel 2014 è stata nominata “Artista dell’Anno” dalla South American Friends of Arts Foundation. Nel 2015 per il Palio di Siena, ha dipinto il “Drappellone”, un onore conferito solo agli artisti più importanti.
La mostra, “Due Leoni per due Repubbliche,” che rientra nel progetto Ars Pace, di cui è vicepresidente Monica Baldi, già parlamentare italiana ed europea, è presentata da Luca Nannipieri che si è occupato anche del testo critico nel catalogo e da Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del disegno. Le curatrici sono Olga Mugnaini e Federica Rotondo. La mostra celebra i legami storici e culturali tra due iconiche città italiane: Venezia e Firenze. Il titolo fa riferimento ai leoni simbolici di queste città: il Leone di San Marco per Venezia e il Marzocco per Firenze. Queste icone, storicamente raffigurate da grandi artisti, sono state reinterpretate da Rogai per riflettere temi contemporanei di sostenibilità e conservazione del patrimonio.
La mostra avrà luogo a Ca’ Sagredo, Venezia, dal 7 luglio all’11 agosto 2024. L’inaugurazione si terrà il 6 luglio 2024 alle 11:00.
Ca’ Sagredo, un magnifico palazzo del XV secolo affacciato sul Canal Grande, offre una cornice adatta ai capolavori di Rogai. La mostra è programmata per coincidere con la 60ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
Saranno presenti 28 opere, tra cui 20 tele e 8 frammenti di marmo di Carrara. Tra queste, cinque sono dipinte su denim, un richiamo alla modernità intrecciata con le ispirazioni classiche di Rogai. La collezione include sia nuove opere che pezzi acclamati come “Dante infernale,” creato nel 2021 per commemorare il 700º anniversario della morte di Dante Alighieri.
Le ultime opere di Rogai in “Due Leoni per due Repubbliche” affrontano la questione urgente dell’overtourism e il suo impatto sul patrimonio culturale. Raffigurando i leoni simbolici che mostrano segni di disagio sotto il peso di numeri insostenibili di visitatori, sottolinea la necessità di un turismo responsabile e della tutela ambientale. Questo tema si allinea con il discorso più ampio della Biennale di Venezia, che quest’anno si concentra sulla sostenibilità e la protezione dei siti culturali.
Elisabetta Rogai ci racconta una storia artistica che è segnata dalla sua continua evoluzione come artista e dal suo impegno incessante nell’esplorazione di nuovi confini artistici. Il suo lavoro con EnoArte non solo le ha portato un ampio riconoscimento internazionale, ma l’ha anche resa pioniera nella fusione tra arte e enologia.
Elisabetta Rogai è una testimonianza del potere duraturo dell’arte di connettere passato e presente, tradizione e innovazione. La sua prossima mostra a Ca’ Sagredo promette di essere una pietra miliare nella sua illustre carriera, offrendo un commento profondo sulla relazione simbiotica tra patrimonio e sostenibilità. Il suo lavoro continua a ispirare e sfidare, riaffermando il suo posto tra i principali artisti contemporanei del nostro tempo.