E per soffermarci solo ad una componente di una società civile, e cioè il collezionismo e la cura e l’interesse per l’arte, anche in Ciociaria abbiamo delle storie distintive e qualcuna veramente fuori del comune. Il primo da ricordare credo che debba essere Evangelista Gorga detto Evan Gorga (1865-1957), da Broccostella, paesino nei pressi di Sora. Per alcuni anni fu uno dei più noti tenori dell’opera lirica italiana, stimato enormemente in Italia ed in Europa, ammiratissimo in particolare da Puccini e da Toscanini stesso: internet fornirà altri particolari all’interessato. Nel massimo del successo, all’età di 35 anni, nello sconcerto del mondo operistico europeo abbandonò il palcoscenico e si diede al collezionismo e, incredibile che possa sembrare, Evan Gorga è divenuto e tale considerato, uno dei maggiori collezionisti e raccoglitori al mondo, di oggetti d’arte! Si è calcolato che il numero dei reperti messi assieme nella sua esistenza ammontasse a circa centocinquantamila pezzi! Una quantità enorme: dai dipinti all’archeologia, agli strumenti musicali, ai fossili, ai ferri lavorati, all’argenteria, ai manoscritti, agli avori, alla porcellana, ai bronzi, ai vetri, ai marmi, alla scultura, alla numismatica e alla glittica, rimanendo la passione principale quella per gli strumenti musicali dei quali raccolse circa tremila pezzi, una quantità unica. Nella sua mente le finalità da conseguire erano due: un Museo Enciclopedico aperto a tutti e una Scuola di musica gratuita per gli studenti e cultori musicali. In tale raccolta spasmodica e frenetica durata mezzo secolo, investì i suoi beni personali, quelli della sua ricca moglie e quelli ereditati dalla propria nobile famiglia di appartenenza, tanto che ad un certo punto dispose, in fitto, di dieci appartamenti intercomunicanti in una via centrale di Roma dove poter ospitare la massa immensa di materiale! Venne il momento che la situazione finanziaria non poteva più sostenere tali ritmi, concretizzandosi anche una posizione debitoria delicata: a ciò si aggiunga la sua assoluta ritrosia a liberarsi di una parte della collezione onde sanare tale posizione. Di conseguenza per non cadere preda di prescrizioni giudiziarie o di altra natura, adottò misure cautelative tali che blindarono la collezione avverso ogni pretesa esterna e allo stesso tempo, pur se attraverso alterne vicende, proseguì la sua trattativa con lo Stato Italiano che aveva palesato interesse al rilevamento e salvaguardia dell’eccezionale compendio. E così avvenne: passò qualche anno, qualche pezzo dell’immensa raccolta andò disperso, ma l’operazione andò a buon fine. Oggi la collezione si trova distribuita e ripartita a seconda degli oggetti, in decine di musei e gallerie statali e credo che la più attenta menzione si debba del Museo Etrusco di Valle Giulia che ospita la raccolta vascolare greca soprattutto ed etrusca; del Museo delle Scienze della Univ. La Sapienza che si è concentrata sulle testimonianze fossili e scientifiche; del Museo dell’Accademia di Santa Cecilia delle partiture musicali e manoscritti; del Museo della Medicina anche della Sapienza che ha esposto i reperti di carattere medico ed antropologico; del Museo Romano che ha ospitato gran parte dei ritrovamenti archeologici antichi e poi del Museo di Cagliari, del Museo di Scienze archeologiche di Padova: oggi gli oggetti della collezione Gorga arricchiscono numerosi altri musei e gallerie e università del Paese. Crediamo che la perla istituzionale, quella che conserva e valorizza in eterno anche il nome di Evangelista Gorga cui è dedicato, è il famoso Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma, veramente unico nella sua ricchezza strumentale.
Qualcuno osserverà: è inaudito che nella terra di Ciociaria, specie in quella frusinate dove, nelle cabine in cui si gestiscono le pubbliche funzioni e i servizi ai cittadini, da sempre si parla unicamente di cemento armato e di asfalto o di appalti e di consulenze e di amici, possano aver maturato tali personaggi per i quali l’arte e la cultura erano ingredienti di vita, come pure, ancora più inaudito, che pinacoteche e gallerie d’arte come pure, ancora più modestamente, musei civici e del genere, debbano continuare ad essere ritenuti istituzioni proibite e da evitare, con danni paurosi alla formazione della personalità delle comunità. E quindi tra il tantissimo altro si comprende perché, minimo esempio, a Evan Gorga o ad Amleto Cataldi o ad Anton Giulio Bragaglia da nessuna parte si trova una strada o una piazza a loro intestata, a memoria e a onore.
In prosieguo illustreremo altre notevoli personalità del mecenatismo artistico nazionale originarie della terra di Ciociaria.