Una vita breve, quella dell’urbinate, ma estremamente intensa, degna di essere ricordata non solo per la qualità e la quantità del suo lavoro, ma anche per non aver mai fatto parlare di sè per vicende personali di carattere scandalistico: un artista che si è sempre approcciato al lavoro con impegno e grande serietà.
Fare critica artistica e continuare ancora oggi a parlare di questo grandissimo della storia dell’arte, significa non solo dare risalto al suo lavoro, ma reinterpretarlo, analizzarlo e contestualizzarlo nel XXI secolo.
Più semplicemente significa fare Cultura, con la C maiuscola e ricordare a noi stessi che lo sviluppo della cultura è uno diritti fondamentali del cittadino, sancito anche dalla nostra Costituzione, nell’art. 9.
Con Raffaello ci troviamo solo dinanzi ad un padre nobile del passato o, invece, ad un grande il cui genio è a noi ancora contemporaneo?
La chiave di lettura principale utilizzata dall’autore ruota attorno al rapporto dell’opera dell’urbinate, in relazione con Dio: il racconto cristiano è interessante nel momento in cui l’uomo crea e rivendica la sua centralità, provando a dominare lo spazio, anche pittorico, come nell’opera “Lo Sposalizio della Vergine”.
Altri artisti hanno sviluppato riflessioni pittoriche in tal senso, ma Raffaello lo ha fatto silenziosamente, portando la potenza creativa e generativa dell’uomo a competere con quella divina.
Il libro di Nannipieri indaga questi aspetti, con interessanti digressioni sul tema del “Genio”, che cambia anche a seconda del periodo storico in cui ci si trova, e sull’importanza di avere maestri e non semplici professori.
“Prima di Raffaello – afferma Nannipieri in occasione della presentazione del suo volume alla Camera dei Deputati – le pratiche pittoriche che veicolassero un messaggio diverso da quello della Chiesa, erano inesistenti.”
La modernità di Raffaello, che stimola ancora oggi ad approcciarsi con stupore ed interesse alle sue opere, risale proprio in questo. Un ulteriore elemento di riflessioni per tutti noi, ma anche per le generazioni future: l’Arte e suoi valori sono senza tempo.