Lo so che lo avete notato anche voi.
È una moda che in questo periodo è piuttosto evidente.
Mentre le città si svuotano di persone, in cui le luci dei negozi si spengono presto, dove mancano le luminarie di bar, ristoranti, locali nelle vie del Centro solitamente sovrappopolate e vocianti, la città si “illumina”.
Edifici ricoperti di un tricolore luminoso che non deturpa le facciate degli edifici, ma si accende e si spegne, con intensità diverse, a seconda della luce naturale del giorno. Vedere per credere. Fate attenzione quando il TG mostra la facciata di Palazzo Chigi “vestita” di verde, bianco e rosso. Ma non è l’unico. Uno spettacolo suggestivo è anche quello del Pantheon.
Merito di chi tutto questo?
Ne parliamo con Giuseppe Gola, Amministratore Delegato di Acea, con Alberto Scarlatti, ingegnere responsabile dell’illuminazione pubblica e artistica di Acea e con Tiziana Flaviani, responsabile della comunicazione.
Con un calcolo certosino, l’Acea ha misurato l’impatto estetico dell’illuminazione, ha svolto analisi tecniche, ha effettuato simulazioni e ha impiegato Luci a LED con un sistema di controllo Wi-Fi estremamente performante che permette di calibrare al meglio i flussi luminosi.
L’Acea ha “messo in luce” le attrattive artistiche della città, valorizzandone la bellezza, lasciando che ne fosse evidente e distinguibile la magnificenza anche e soprattutto al buio. Ha riempito di luce, in modo simbolico ed empirico, l’oscurità e la malinconica desertificazione delle strade cittadine. È quasi incredibile che certe strade, certi angoli della città, alcune piazze e monumenti, prima stracolme di folle a qualsiasi ora del giorno e della notte, siano oggi visibili per intero e per giunta illuminati. Come Santa Maria in Trastevere che, anche per Giuseppe Gola, resta un esperimento molto ben riuscito e del quale è particolarmente fiero.
“Vestire di luce” i monumenti e i palazzi non è un’arte che si improvvisa. L’Acea, da oltre 100 anni, si occupa di luce, di ambiente, di ricerca e di progresso tecnologico. E guarda al futuro.
Cosa direste se vi proponessero di sostituire i fuochi d’artificio con un gioco di luci? È questo il grande progetto che Acea ha per il futuro: al posto dei fuochi pirotecnici (belli, ma anche molto pericolosi) il gioco di luci (sostenibili e attenti all’ecologia).
In genere, non vi è grande simpatia per le società il cui nome associamo alle utenze di casa. Alle bollette da pagare, per intenderci. Siamo d’accordo no? Invece, questa iniziativa di Acea sta cambiando l’atteggiamento delle persone verso la società. La grande soddisfazione di Giuseppe Gioia deriva infatti proprio dall’apprezzamento delle persone comuni per questa iniziativa.
Un progetto attento all’estetica, alle tecnologie all’avanguardia, al risparmio energetico, al controllo dei flussi e al contenimento dei consumi. Quindi, sostenibile.
Quali sono i prossimi passi?
Due almeno sono in agenda: i progetti di illuminazione e di valorizzazione delle periferie e l’illuminazione dei Mercati Traianei.
Per saperne di più, ecco un link….”illuminante”: