Compie 80 anni il Manifesto di Ventotene, l’isola in provincia di Latina che appartiene all’arcipelago delle isole Ponziane, nel mar Tirreno.
Sul sito ufficiale dell’evento legato ai festeggiamenti si legge che nell’anno dell’anniversario Ventotene accoglierà e organizzerà diverse manifestazioni. Alcune sono abituali come la Settimana Federalista organizzata da 40 anni dall’Istituto degli studi federalisti Altiero Spinelli e la Scuola d’Europa della Nuova Europa e la Gita al Faro dell’Associazione di Santo Stefano a Ventotene, ecc. , ma saranno caratterizzate dall’Anniversario (Passato e Futuro), la Fiaccola della Pace (Istituto Medaglie d’Oro di Cassino). Altre saranno iniziative specifiche per celebrare l’80.mo anno del Manifesto e riflettere sul futuro dell’Europa federalista.
Il Logo ufficiale dell’80.mo sarà definito dalla collaborazione tra l’Amministrazione del comune di Ventotene e la Regione Lazio.
Agli studenti delle Sapienza-Università di Roma , Dipartimento della Ricerca sociale e Comunicazione (CORIS) è stato chiesto di formulare delle ipotesi al riguardo, ma anche diverse persone della stessa Isola di Ventotene si sono cimentate nel produrre una soluzione da sottoporre alla decisone dell’Amministrazione.
Sul sito del Senato è disponibile il testo e Aldo Grasso, ex presidente del Senato ed ex magistrato, presenta il documento «Per un’Europa libera e unita», redatto nel 1941 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi mentre si trovavano al confino come oppositori del regime fascista, è ancora oggi un testo di straordinaria, pulsante attualità. La costruzione europea in questi difficili giorni si trova a un punto di svolta, è sotto assedio. Deve fronteggiare questioni epocali: la crisi economica, le migrazioni, la criminalità organizzata, l’instabilità geopolitica ai nostri confini determinata da conflitti, terrorismo, povertà. Ed è minacciata ovunque da nazionalismi, populismi e sentimenti di disaffezione e sfiducia nei confronti di un progetto percepito come lontano dagli ideali iniziali ed incapace di garantire benessere e futuro dei cittadini. Dice ancora Grasso che le nostre comuni radici ci vincolano a un comune destino. E io credo che il meraviglioso sogno dell’Europa avrà pieno compimento quando capiremo che il nostro dovere, comune e collettivo, è, per richiamare la norma forse più bella della Costituzione italiana del 1948, «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale»… dell’Unione Europea.
Il “Manifesto” inizia con l’affermazione, tutt’oggi fondamentale e fondante, che “La civiltà moderna ha posto come proprio fondamento il principio della libertà secondo il quale l’uomo non deve essere mero strumento altrui, ma un autonomo centro di vita. Con questo codice alla mano si è venuto imbastendo un grandioso processo storico a tutti gli aspetti della vita sociale che non lo rispettassero”.