A più di un mese dall’inizio della guerra in Ucraina, in tanti sono spaventati da un eventuale danno accidentale o collaterale che possa interessare le centrali nucleari Ucraine.
In Ucraina ci sono quattro impianti nucleari attivi che potrebbero essere danneggiate dai combattimenti.
La guerra in Ucraina rappresenta il primo caso di conflitto armato all’interno di una nazione con centrali nucleari attive. Il rischio di diffusione di radiazione terrorizza il mondo intero, ma quanto è reale questa preoccupazione?
Un’azione bellica potrebbe causare un incidente in una centrale nucleare fondamentalmente in tre modi: colpendo i reattori; danneggiando le vasche d’acqua fredda in cui sono stoccate le barre di combustibile esausto o interrompendo il funzionamento dei sistemi di raffreddamento indispensabili per evitare la fusione (come avvenne a Fukushima 2011).
Secondo gli esperti se si cercasse deliberatamente di danneggiare un edificio contenente un reattore, difficilmente un colpo accidentale apporterebbe gravi danni. Le strutture di contenimento resisterebbero alle armi utilizzate normalmente.
Le moderne centrali nucleari sono progettate e costruite in modo da garantirne la non vulnerabilità del reattore, infatti il reattore è custodito all’interno di una struttura talmente solida da resistere all’impatto di un aereo, le parti delle centrali nucleari eventualmente più vulnerabili, sono i sistemi di raffreddamento e i sistemi che gli forniscono energia compresi i generatori elettrici di emergenza a gasolio, tutti situati al di fuori dei solidi edifici dei reattori.
Ma, anche in questo caso esistono diversi sistemi alternativi di raffreddamento da poter utilizzare per garantirne il corretto funzionamento e scongiurare la fuoriuscita di radiazione.
In definitiva il reale rischio che qualcosa possa andare storto c’è, ma la possibilità che possa avvenire è molto remota e il causare seri danni ad una centrale nucleare non converrebbe a nessuna delle parti in guerra in quanto pagherebbero tutti delle conseguenze enormi vista la diffusione di radiazioni a migliaia di chilometri di distanza.