BYOB, quanti conoscono l’acronimo?
Per esteso significa “Bring Your Own Bottle” ed è il comportamento – perfettamente in linea con il galateo, quindi, assolutamente “lecito” – di portare la bottiglia di vino (di prosecco o di champagne) di propria scelta al ristorante. Naturalmente, va fatto con discrezione, dopo essersi accertate/i presso il ristoratore o la ristoratrice che non se ne abbia a male, che si tratti di un’accurata scelta della bottiglia (no vino appena comprato al supermercato dietro l’angolo e costato un paio di euro!), che ha un particolare significato per quell’occasione. E, naturalmente, deve essere ben abbinato alle pietanze che si ordinano al ristorante.
Ecco, l’abbinamento. Non è cosa semplice abbinare il giusto vino alle pietanze. E non si tratta solo di gusto personale, di pratiche comuni e di insegnamenti spicci come “con il pesce ci vuole il vino bianco e con la carne il vino rosso”. Magari fosse così semplice! Il giusto vino sottolinea il sapore di quello che si sta mangiando, aiuta a gustarlo, ad accompagnarlo, a sentirne i sapori, a distinguerne le sfumature …. non a cancellarlo come un collutorio alla menta! Per questo, nei ristoranti di buona qualità, c’è il sommelier che aiuta ad abbinare il vino alle pietanze e si affianca quindi al cameriere che propone i piatti “speciali” o, se conosce il/la cliente, dà consigli su quale ricetta possa essere di suo gradimento.
Succede, poi, che una chef e un sommelier possano promuovere occasioni di ristorazione congiunta, in modo tale da valorizzare insieme le loro risorse e conoscenze. È così che è nata la collaborazione fra Guglielmo Gigliotti, Sommelier, anzi Master Sommelier, e la Chef Emanuela Crescenzi. Un connubio fra i vini calabresi e i piatti ciociari, che ha portato a valorizzare entrambi e a stabilire un’ottimale combinazione enogastronomica. La passione per il vino, così come quella per la cucina, è un atto d’amore e di impegno per il proprio territorio, per la tradizione, per raccontare la storia, le caratteristiche, le qualità, di un vino o di un piatto a chi si avvicina per la prima volta e non conosce quel particolare nome di vino, quella prelibatezza regionale, quella particolare e ben assortita combinazione di vino e pietanza.
In questi casi, quindi, si può tranquillamente lasciare a casa la bottiglia di vino prescelta, sedersi comodamente al tavolo del ristorante e lasciarsi consigliare da un raffinato ed esperto Sommelier come Gigliotti per ottimizzare la scelta del cibo e del vino.
Gigliotti e Crescenzi hanno spesse volte organizzato degustazioni di cibo e vini all’Accademia del Peperoncino. Un destino potremmo dire, considerato che Gigliotti è calabrese ed è molto legato alla sua terra d’origine.
Oltre a essere un eccellente conoscitore di vini.
Pensate che, solo in Italia, sono registrate circa 1.300 varietà di vino!
Veramente una cantina complessa nella quale è difficile destreggiarsi senza un accompagnatore esperto come lui.
Proviamo a chiedergli quindi quali sono i suoi vini preferiti. Così, da profani o profane, possiamo, nell’incertezza, sorseggiare vini di qualità consigliati da un Master Sommelier. Ecco svelati i vini preferiti di Gigliotti: Gaglioppo (Cirò), Pinot Noir di Borgogna, Kerner dell’Alto Adige.
Su suo consiglio, e sempre che non si sia astemi/ie, un “percorso conoscitivo” di questi vini io lo farei volentieri. Anzi, si si, metto in pratica i suoi suggerimenti e li provo!