Oltre al razzismo, un altro tabù nel mondo del calcio o più in generale nel mondo dello sport è la pressione psicologica che spesso sfocia in una depressione vera e propria. Gianluigi Buffon, portierone della Juventus ed ex della nostra Nazionale nel libro “Demoni” di Alessandro Alciato racconta a cuore aperto le sue debolezze. “Mi ha salvato la vita un quadro di Chagall”. È de “La Passeggiata” che stiamo parlando, olio su tela del 1918. Nella Galleria D’Arte Moderna di Torino, quel quadro inizialmente lo ha scioccato, dandogli poi però una scossa positiva, capace di suscitargli gioia di vivere dopo un lungo periodo buio, senza stimoli al punto da ripresentarsi poche ore dopo nuovamente al museo. La depressione non sparisce di punto in bianco coì come non viene dall’oggi al domani. Ma quel quadro lo ha aiutato a riscoprire la gioia di vivere e l’importanza delle piccole cose. Da qui inizia la rinascita del campione che facendo affidamento su tutte le sue forze decise di non mollare e di affrontare la sfida proprio come sul campo, iniziando a ricercare e coltivare passioni come la lettura e iscrivendosi ad un corso di chitarra. Oggi Buffon ha vinto il suo malessere, è considerato uno dei portieri più forti nella storia del calcio, felicemente realizzato anche nella vita con la sua compagna, la giornalista sportiva Ilaria D’Amico con la quale ha costruito un progetto di vita e di famiglia allargata. Proprio lui bello, ricco e famoso all’apparenza impenetrabile ha dimostrato stavolta di avere la stoffa di vero campione nella vita.