Vintage, una delle parole più cercata su Google, è un vocabolo che deriva dal francese antico vendenge (a sua volta derivante dalla parola latina vindēmia), che indicava in senso generico i vini d’annata di pregio.
Vintage è anche un attributo che definisce le qualità ed il valore di un oggetto indossato o prodotto almeno vent’anni prima del momento attuale, o che può essere riferito a secoli passati senza necessariamente essere circoscritto al Ventesimo secolo.
Gli oggetti definiti vintage sono considerati oggetti di culto per differenti ragioni tra le quali le qualità superiori con cui sono stati prodotti, se confrontati ad altre produzioni precedenti o successive dello stesso manufatto, o per ragioni legate a motivi di cultura o costume.
Di culto, soprattutto per ragioni legate a motivi di costume o cultura.
Il termine viene utilizzato nel linguaggio comune per indicare oggetti e vestiti di gusto sorpassato, o fuori produzione, che nel tempo hanno acquisito un valore grazie alla loro rarità o irreperibilità.
Si utilizza comunemente il termine vintage per definire anche la moda d’epoca intesa come patrimonio storico e culturale rappresentato da importanti capi d’abbigliamento, accessori, bijoux e tanti tanti altri oggetti di vanità.
Questa branca del vintage viene comunemente indicata in francese come mode vintage e in inglese come Vintage Fashion.
L’accessorio vintage si differenzia e contraddistingue dal generico “seconda mano” (l’usato) poiché la caratteristica principale non è tanto quella di essere stato utilizzato in passato quanto piuttosto il valore che progressivamente ha acquisito nel tempo per le sue doti di irripetibilità e irriproducibilità con i medesimi elevati standard qualitativi in epoca moderna, nonché per essere testimonianza dello stile di un’epoca passata e per aver segnato profondamente alcuni tratti iconici di un particolare momento storico della moda, del costume, del design coinvolgendo e influenzando gli stili di vita coevi.
Questo filone, a partire dall’abbigliamento, è arrivato a contaminare anche il campo dell’arredo dei luoghi di ristoro, ora addobbati con gli oggetti di un tempo. Gli stessi oggetti che arredavano casa di mamma e papà, o casa di nonno e nonna. Gli stessi oggetti d’arredo che da qualche tempo colorano di nostalgico numerosi locali del bel Paese.
Luoghi che acquistano il sapore familiare del passato, trasformandosi in una specie di surrogato della casa d’infanzia, scatenando la sensazione di trovarsi di nuovo tra le vecchie mura domestiche, nonostante si entri in un luogo pubblico.
Si mangia, si beve e si chiacchiera su sedie, poltrone e tavoli recuperate da vecchi salotti, scuole, officine industriali di inizio e metà ’900, tra divani in pelle rovinata, lampadari antichi e carta da parati anni ’60 e ’70, elementi di un arredo pregno di un fascino senza limite.
I ristoratori hanno capito bene questa teoria e hanno iniziato a sfruttare sempre di più lo stile vintage.
Ma “recuperare” non per forza sinonimo di risparmiare. Molti pezzi d’epoca hanno costi più alti di quelli di un arredo moderno. E poi occorre tempo, e sapere dove trovare gli oggetti giusti.
Ma comprare dal passato ha sempre e comunque un fascino senza limiti, soprattutto per i cultori.
Locali, pub, bistrot dal sapore nostalgico aumentano in modo esponenziale nelle città dello stivale.
Forse perché, in tempi di crisi, immagini e forme rassicuranti di una volta ci riportano ad un passato più sereno e disteso.
Un piacevole salto indietro nel tempo