Infiltrazioni a livello degli arti inferiori: cosa dice la ricerca?

Oggi sempre più spesso si procede, come terapia conservativa, ad effettuare delle infiltrazioni per diverse patologie articolari a livello degli arti inferiori, ma procediamo con ordine.

Cosa significa “infiltrare”? Eseguire un’infiltrazione vuol dire somministrare un farmaco in una sede circoscritta allo scopo di farlo agire localmente.
Ma cosa c’è in queste siringhe che penetrano la cute e spesso vanno molto in profondità fin dentro l’articolazione? Fino agli anni 2000 venivano infiltrati cortisonici o acido ialuronico: anche se il cortisone aveva un effetto pressoché immediato a livello sintomatologico, sempre più studi scientifici hanno dimostrato la sua lesività a livello di cartilagini, tendini e legamenti. Inoltre i cortisonici sono da evitare nei pazienti diabetici o ipertesi e possiamo contare altri effetti collaterali dei quali ormai si è a conoscenza.

Andando avanti negli anni la concentrazione di cortisone si è ridotta sempre di più, contando anche sui progressi della ricerca nel campo degli acidi ialuronici, i quali invece hanno aumentato la loro percentuale di presenza nei trattamenti infiltrativi.

Evitando di scendere troppo nello specifico sulle diverse tipologie di acidi ialuronici e sui diversi pesi molecolari, possiamo così riassumere gli effetti positivi di un’infiltrazione: aumento della mobilità articolare causato da una parziale restituzione di elasticità alle strutture articolari, una diminuzione del dolore ed un riequilibrio delle proprietà del liquido sinoviale.
Tutti questi benefici a quale costo però? Gli acidi ialuronici estratti dalle creste di gallo possono avere una maggiore probabilità di manifestazioni di ipersensibilità oppure reazioni allergiche rispetto agli acidi ialuronici preparati in laboratorio. Per il resto sussistono delle controindicazioni assolute e relative che però sono le stesse riguardanti una qualsiasi terapia infiltrativa: gli acidi ialuronici, essendo sostanzialmente prodotti anche dal nostro organismo sono privi degli effetti lesivi dei cortisonici.

Ad ogni modo i principali effetti collaterali possono essere atrofia cutanea o ipopigmentazione dell’area infiltrata, aumento temporaneo dello stato infiammatorio locale, necrosi asettica ed una possibile azione sistemica del farmaco iniettato a causa del suo riassorbimento per via ematica.

Sostanzialmente il maggior impatto positivo che un’infiltrazione di acido ialuronico porta a livello di un’articolazione è la viscosupplementazione: il liquido sinoviale è naturalmente presente dentro le nostre articolazioni, ma nel caso di un’articolazione artrosica la sua presenza può scendere a livelli critici. Non solo: il liquido sinoviale residuo può cambiare proprietà, perdendo così elasticità e viscosità, due caratteristiche che lo rendono condroprotettivo ed in grado di assorbire parte delle sollecitazioni alle quali l’articolazione è sottoposta.

Per quello che riguarda gli arti inferiori il distretto più infiltrato è il ginocchio, seguito da anca e poi caviglia.
Le indicazioni per una terapia infiltrativa sono l’artrosi o una condropatia di vario grado. Inoltre alcune ricerche trovano indicato eseguire una viscosupplementazione anche dopo un’intervento chirurgico di artroscopia. La terapia infiltrativa trova impiego anche a livello periarticolare, particolarmente indicata nel trattamento di flogosi o patologie delle strutture tendinee e legamentose, oppure delle borse sierose.

Attualmente però la letteratura scientifica è molto discordante sui benefici delle infiltrazioni a livello degli arti inferiori. Queste discordanze vengono innanzitutto dalla presenza sul mercato di numerosi prodotti per quanto riguarda gli acidi ialuronici; inoltre le tre grandi articolazioni sono molto diverse tra loro ed hanno tutte la possibilità di infiltrare entrando da punti diversi. Inoltre i gradi di artrosi sono molto differenti tra di loro e trattandosi maggiormente di pazienti over 65 non tutti presentano gli stessi stili di vita.
Sarà quindi senz’altro necessario nel prossimo futuro approntare degli studi che possano dare ai medici e ai pazienti delle indicazioni più precise e basate sull’evidenza per quello che riguarda le tecniche ed i farmaci migliori, al fine di ottenere i massimi risultati dalle terapie infiltrative nelle grandi articolazioni degli arti inferiori.

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