Federico Fellini è stato un uomo di spettacolo che ha lasciato un segno indelebile tra i cineasti Italiani con la sua firma d’ autore .
Egli è stato un regista, sceneggiatore , scrittore e fumettista Italiano , stravagante ma allo stesso tempo sicuro di sé si è cimentato per molto tempo nel cinema sperimentando e andando alla ricerca di uno stile che sentisse proprio , tanto da creare un cinema d’ autore.
“lo sceicco bianco” uno dei primi film nel 1952 , poi “la strada” film simbolo degli anni 50 e dell’ Italianità dell’ epoca, un lungometraggio in cui i discorsi in macchina tra i due amici fanno pensare ad Antonioni e la così detta NOIA ANTONIANA , dove proprio il nulla è ciò che accade, negli stessi anni lavora a “i vitelloni” , uno specchio sulla costiera Romagnola , città natale di Federico.
Fino ad arrivare a film più recenti dove la sua firma inizia a divenire più prepotente e marcata , l’ onirismo in “Giulietta degli spiriti”, i personaggi ed i paesaggi che ritornano in ogni pellicola: le città , le spiagge deserte, il circo , le feste, la pazza e la prostituta.
IL GENIO è TALENTO CHE Dà REGOLA ALL’ ARTE
“Il genio è talento che dà regola all’ arte. Poiché il talento, come facoltà produttiva innata dell’ artista, appartiene ad esso stesso alla natura, “…” I PRODOTTI DEL GENIO devono essere anche MODELLI , cioè esemplari ; quindi , senza essere essi stessi frutto di imitazione, devono servire a tal scopo per gli altri , cioè come misura o REGOLA del giudizio”.
Ed è per questo motivo che Federico ha dato spunto, in modo più o meno evidente a molti registi che hanno deciso di girare i loro film.
Facciamo alcuni esempi!
In quanti non hanno visto almeno una volta La Grande Bellezza?
Appare evidente che anche nel suo film Sorrentino , utilizza molto spesso il tema della festa ,sullo sfondo di Roma, feste sfarzose con personaggi di ogni tipo , proprio come usa fare Fellini in molti suoi film tra cui “ La dolce vita”.
Andando indietro nel tempo, un altro riferimento a Federico, in questo caso metafilmico, è in Nuovo cinema paradiso ; questa pellicola meravigliosa è un omaggio al cinema ed a tutti gli amanti di quest’ arte, nella storia viene proiettato in una vecchia sala cinematografica il film I vitelloni come fosse un ringraziamento al regista.
È otto e mezzo il film che dà l’ idea a molti artisti di intraprendere la strada metafilmica o dell’ auto riflessione sul cinema , un po’ ciò che a suo tempo Pirandello con la sua trilogia fece per il teatro ,ma nelle pellicole ma non è facile imitare un maestro di così alto livello .
Uno degli ultimi film usciti al cinema “Gli anni più belli” di Muccino ha una scena che fa molto pensare all’ impronta Felliniana : siamo ad una festa e Gemma inizia a guardare con uno sguardo malizioso l’ amico del suo futuro marito.
La festa come tema ricorrente è accompagnato dai movimenti e dall’ espressione facciale dell’ attrice che ricordano tantissimo quelli di Volpina , personaggio visto come una pazza/prostituta nel film Amarcod del 1974.
Gli esempi possono essere infiniti ed è ovvio che sia così , non è un copiare ma un omaggiare, uno spunto che non si può evitare. Il cinema di Fellini per i registi è una guida , come ogni scrittore italiano prende come guida Dante , Boccaccio o Petrarca nella letteratura Italiana. È per questo che ogni autore contemporaneo deve , allo stesso modo, confrontarsi con Fellini e il suo modo unico di intendere la creatività artistica.