L QUADRO CANZONE AL FREEDA

Roma-stasera giovedì 9 ottobre, si esibirà al Freeda Bistrot l’artista Matteo Pelliccione: nasce a Marino 22 anni fa ed oggi è impegnato nella diffusione del “Quadro-Canzone”. Dopo il recente successo della tour estiva, il progetto racchiude in se testo, note e pennellate del giovane artista di Santa Maria delle Mole. A partire dai soli sette anni si forma nella bottega del Maestro Vito Lolli, ad oggi il suo vero riferimento artistico. Frequenta studi scientifici, per poi approdare definitivamente all’arte il 18 aprile del 2018, data a lui cara in cui decide definitivamente che sarà un pittore (con un testo tra le mani del celebre Diego Velázquez). Si interessa di tutto ciò che è arte, da Caravaggio alla pittura “indie”, dai movimenti avanguardisti della Parigi di inizio novecento al contemporaneo Ennio Calabria. Si nutre letteralmente di musica fino ad approdare al gigante della musica d’autore Fabrizio De André, del quale ama ricordare “Preghiera in Gennaio”.
Tuttavia risulta impossibile etichettare questo giovane cantautore, pittore, scrittore che esprime semplicemente ciò che gli è affine armonizzandolo in una nuova sintesi eclettica, senza mai scadere in una “babilonia”. Di fatto il risultato tecnico è già quello di un pittore maturo, con una mano surrealista ed un cuore romantico. “Creo opere d’arte senza pormi limiti. Chiedersi se Leonardo e Michelangelo fossero scienziati, pittori o scultori lascia il tempo che trova. E’ solo una questione di identità piuttosto che di abilità”.
Il surrealismo rappresenta per lui il primo amore di certo. Non si identifica in nessun movimento contemporaneo nel quale sentirsi ingabbiato: il suoobiettivo è diventare il più famoso possibile per arrivare a tutti. Oggi desidera stupire il pubblico, colpendolo nelle viscere e lasciandolo a bocca aperta. Matteo ritiene che nella nostra epoca vanno recuperati i concetti di stupore e bellezza attraverso la poesia. In effetti le vibrazioni di Matteo arrivano durante l’esibizione, soprattutto quando i temi trattati sono l’alienazione, l’amore, la malattia, intrighi di potere, il vissuto interiore. Come noto ai più lo scrittore francese Marie-Henri Beyle, grande conoscitore dei Castelli Romani, studiò una affezione psicosomatica osservabile nei soggetti messi al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza, specialmente se esse sono compresse in spazi limitati. La cosidetta “sindrome di Stendhal”: se temete di soffrirne state alla larga dalle opere del Pelliccione, un giovane artista da tener d’occhio.
Per osservare le opere e saperne di più sul “quadro canzone”: matteopelliccione_elpint_.

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