Incastonata all’interno delle Terme di Diocleziano, la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, in piazza della Repubblica, è una delle chiese più spettacolari della Capitale. Il grandioso impianto delle Terme di Diocleziano, il più grande di Roma antica, fu costruito alla fine del III secolo d. c. sulla cima del Viminale. Occupavano una superficie di circa 15 ettari e potevano ospitare fino a 3000 persone. Nell’antichità il percorso interno delle Terme prevedeva la sosta in tre ampie sale con grandi vasche a diverse temperature: il frigidarium, il tepidarium, il calidarium. Il percorso termale terminava con un bagno nella grande piscina olimpionica, chiamata natatio. Oltre agli ambienti termali veri e propri, nel complesso monumentale vi erano anche palestre per l’attività fisica, spogliatoi per lasciare gli oggetti personali, sale per massaggi e trattamenti corporei e un grande giardino per le passeggiate e il relax. Le Terme caddero in disuso alla fine dell’età Imperiale, in conseguenza della distruzione degli antichi acquedotti che le servivano e del progressivo spopolamento della città. Nel Medioevo infatti il complesso si trasformò in una grande cava di materiali da costruzione. Gli architetti Giuliano da Sangallo e Baldassarre Peruzzi, intorno al 1515 ipotizzzarono i primi progetti per una trasformazione del corpo centrale delle Terme di Diocleziano in chiesa, ma solo nel 1561 Papa Pio IV concretizzò il proposito di erigere nell’antico complesso un luogo di culto da dedicare agli angeli e martiri cristiani, che secondo la tradizione erano stati impiegati nella edificazione dell’impianto. La struttura venne infatti ricostruita nel 1562 da Michelangelo e il primo atto che decretò la nascita della basilica fu la bolla del Papa, del 27 luglio 1561, con il quale decise che il luogo di culto si chiamasse “Beatissimae Virgini et omnium Angelorum et Martyrum”. Il grande Genio fiorentino sfruttò gli ambienti del calidarium, del frigidarium e parte della natatio per la costruzione della basilica progettando anche la certosa annessa, in particolare il chiostro, adesso sede del Museo Nazionale Romano. Michelangelo si limitò al restauro quasi esclusivamente conservativo, mostrando un atteggiamento moderno e non distruttivo nei confronti dei resti archeologici caratterizzando il suo “non finito” architettonico. Egli creò infatti un impianto quasi a croce greca con tre ingressi, mentre il IV braccio era concluso dal presbiterio absidato. Michelangelo Buonarroti all’interno del vestibolo circolare, un tempo con molta probabilità c’era il Ninfeo delle Terme, creò 4 edicole, nelle quali sono custoditi i monumenti funebri in onore di Carlo Maratta, del Cardinale Francesco Alciati, del Cardinale Pier Paolo Carisio, di Salvator Rosa, di Armando Diaz, di Paolo Thaon di Revel, di Vittorio Emanuele Orlando e dello stesso Papa Pio IV. In seguito alla morte di Michelangelo i lavori proseguirono con l’architetto Giacomo del Duca e nel XVIII secolo subentrò nella progettazione e realizzazione architettonica Luigi Vanvitelli (1750) che decorò nello stile dell’epoca il sobrio interno. Egli infatti intervenne anche per ricreare un’uniformità architettonica che si era persa con i vari interventi successivi al Maestro fiorentino. Nel 1911 fu eliminata la facciata vanvitelliana e lasciato il semplice prospetto con partiture geometriche per rimettere in luce la struttura antica, nella quale fu creato un doppio ingresso ad arco; il prospetto come è attualmente corrisponde ad una delle absidi del calidarium delle Terme. Nella chiesa di Santa Maria degli Angeli sul pavimento del transetto destro si trova la Meridiana o linea Clementina, una linea di bronzo di circa 4,5 metri incastonata in una fascia di marmo, realizzata dall’astronomo e matematico Francesco Bianchini su incarico di Papa Clemente XI e inaugurata nel 1702. Il suo scopo era quello di verificare ed eventualmente perfezionare la riforma Gregoriana al calendario di Giulio Cesare. La Meridiana è stata fino al 1846 l’orologio di Roma, serviva infatti a regolare gli orologi della città, oggi è in uso il cannone del Gianicolo per annunciare il mezzodì. Peculiarità della Basilica è quella di conservare anche opere di arte contemporanea come l’Angelo della Luce, scultura realizzata da Ernesto Lamagna al termine del Giubileo del 2000 e la cupola in vetro “Luce e Tempo”. La sontuosa Basilica è stata la cornice del matrimonio di Vittorio Emanuele III e della Principessa Elena di Montenegro, divenuta per questo chiesa di Stato e spesso usata attualmente per i funerali ufficiali. Nel 1727 le grandi tele centinate che decoravano gli altari della Basilica Vaticana furono rimosse per motivi conservativi, esattamente per problemi di umidità, e sostituite da copie in mosaico. La monumentale Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri fu eletta quale principale luogo per ospitare queste imponenti testimonianze pittoriche, opere dei più celebri artisti del 600 e del 700. L’allestimento del transetto inizialmente di Luigi Vanvitelli, fu cambiato dall’architetto Clemente Orlandi, chiudendo le finestre michelangiolesche e aprendone delle nuove, alterando l’intero sistema d’illuminazione. Egli dovette poi procurarsi, con il tamponamento di 3 arconi all’incrocio dei bracci del transetto, superfici murarie sufficientemente vaste per porvi quei dipinti di misura affatto comuni creando così una sorta di pinacoteca. Le 12 titaniche tele, sono collocate nell’area del presbiterio e nella navata trasversale. Oggi 6 dei 12 dipinti sono stati al centro di un complesso e profondo intervento di restauro. Sono state ultimate infatti: La Caduta di Simon Mago (1703 – 1739) di Pierre Charles Tremolieres (il quadro simboleggia la supremazia dell’ortodossia cattolica sull’eresia), La Crocifissione di San Pietro di Nicola Ricciolini, La resurrezione di Tabita di Alfani (pittore manierista di Perugia), La Predica di San Girolamo (1572 – 1584) di Gerolamo Muziano con degli interventi sullo sfondo di paesaggio di Paul Brill (i toni luminosi dai riflessi argentei del dipinto sono tipici della scuola manierista bresciana). E poi ancora: La Messa di San Basilio (1743) di Pierre Subleyras (pittore francese della pittorica della tradizione classicista settecentesca), La Caduta di Simon Mago (1765) di Pompeo Batoni (dipinto caratterizzato da luce spazio colore e disegno in un insieme pittorico pieno di misura, il pittore fa rivivere con naturalezza e sapienza tecnica la testimonianza del miracolo dell’apostolo contro l’aberrante simonia). E per ridare vita alle pitture di altissima qualità i restauratori sono ora al lavoro, seduti su trabattelli alti 4 metri smontandole dal transetto sinistro della chiesa, per essere collocate nel cantiere allestito nella cappella del Beato Nicolò Albergati. Le tele: La Resurrezione di Tabita (1757) di Placido Costanzi (pala ad olio di classicismo romano caratterizzata da libertà compositiva e da pregevole resa dell’arioso paesaggio) e L’Immacolata (1749) di Pietro Bianchi ( stile leggiadro ed elegante, il dipinto rappresenta la Concezione di Maria Vergine, con la Madonna assisa sopra un monte di nuvole) che arricchiscono la pinacoteca della basilica, sono al centro di un’attività di revisione dello stato conservativo del telaio e del supporto stesso e naturalmente del consolidamento e della graduale pulitura delle superfici in restauro che terminerà a fine dicembre. Le 4 restanti tele, fra cui lo splendido dipinto Il Martirio di San Sebasiano (1625 – 1631) del pittore Domenico Zampieri detto Domenichino, situate nel presbiterio della chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, furono restaurate alla fine degli anni 90 e sono in ottimo stato di conservazione. L’importante intervento è frutto di una collaborazione tra la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, guidata da Daniela Porro e la società Biagiotti Group. Gli interventi di restauro sono a cura della storica dell’arte Roberta Porfiri e dell’architetto Alessandro Mascherucci. La splendida Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri riveste un ruolo particolarmente importante per la sua specificità e testimonianza storica con le sue meraviglie artistiche assolutamente da ammirare.