“La casa del comandante” riemerge sotto gli scavi della metro C di Amba Aradam

Roma non smette mai di stupire: una nuova importante scoperta archeologica ha interessato gli scavi della futura stazione di Amba Aradam sotto viale Ipponio, stiamo parlando naturalmente della metro C. I cittadini della capitale sono abituati a convivere con le ricchezze custodite nel sottosuolo di questa metropoli dell’antichità, scavare in profondità vuol dire imbattersi nella storia millenaria di Roma. Nonostante ciò, gli ultimi ritrovamenti sono stati in grado di lasciare di stucco gli stessi addetti ai lavori. Quello che è stato portato alla luce è, infatti, un tesoro fatto di mosaici bianco e neri, motivi floreali, geometrie e figure più complesse, che si aggiunge alle altre scoperte fatte negli ultimi anni nel quartiere San Giovanni. L’importante sito archeologico che raggiunge i 300 metri quadrati, è stato denominato “la casa del comandante” e si tratta di una domus di alto rango connessa ai dormitori della grande caserma romana scavata nel 2016. La domus è situata ad una profondità di 12 metri e risale all’epoca adrianea, inizi del II secolo d.C. Si ipotizza che questo importante edificio fosse la residenza del centurione, il comandante dell’intera caserma. A stupire sono i mosaici: dai più sempici, ai motivi geometrici, fino alla figura dell’amorino e del satiro. Ancora: pareti affrescate, una fontana in marmo bianco e le “suspensurae”, mattoni che formavano un’intercapedine per il sistema di riscaldamento. Un vero privilegio per l’epoca. In questi ambienti sono stati, infatti, ritrovati oggetti che testimoniano la vita agiata degli occupanti: gioielli, oggetti femminili e due pugnali con manico in avorio. Non è finita qui. In posizione simmetrica rispetto alla casa del comandante è stato scoperto un altro edificio: una struttura di servizio con pavimenti in opus spicatum che fungeva probabilmente da magazzino merci, dove al suo interno sono stati ritrovati rari elementi in legno.

Il primo giorno di marzo il soprintendente Francesco Prosperetti ha presentato alla stampa i ritrovamenti, spiegando come tali scoperte si devono agli scavi per la costruzione della metro. E’ raro, infatti, scavare a questa profondità e non esisteva memoria storica riguardo queste costruzioni. Si tratta di una scoperta eccezionale, spiega l’archeologa Rossella Rea, responsabile dello scavo. Non esiste a Roma un altro caso di ritrovamento di una caserma e tantomeno di una domus collegata ad essa. L’intenzione ora è quella di pulire, consolidare e quindi spostare questi importanti reperti, in maniera da rendere possibile i lavori per la metro. In futuro queste testimonianze saranno rese fruibili per il pubblico, in progetto c’è di trasferirle nella stazione-museo disegnata dall’architetto Paolo Desideri.

La caserma, la casa del comandante e gli altri edifici adiacenti sarebbero stati demoliti intenzionalmente e rasati a un metro e mezzo di altezza intorno alla metà del III secolo, per fare spazio alla costruzione della Mura Aureliane (271-275 d.C.). Tale misura preventiva era resa necessaria per motivi di sicurezza, in maniera da evitare che le costruzioni esterne e vicine alla cinta difensiva potessero diventare luogo di riparo in mano al nemico assediante. Queste importanti strutture furono quindi dimenticate dal corso degli eventi, per essere ritrovate ed ammirate oggi. Un’appassionante pagina di storia pronta ad essere riscritta dagli archeologi.

 

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