Sorgeva sulle rive del Tevere; adesso è esposta nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. Si tratta di una villa di epoca augustea, denominata “Casa della Farnesina” .
Apparteneva a Giulia Maggiore e a suo marito Agrippa, che sembra la preferisse per la posizione sul fiume, che gli avrebbe consentito di raggiungere velocemente la sua flotta a Miseno. Sembra che la vivace e coltissima Giulia, invece, non l’amasse poiché lontana dal cuore artistico, letterario e politico della città. Essa fu abitata solo saltuariamente; poi dopo la morte di Agrippa e la caduta in disgrazia di Giulia i cubicoli decorati da delicatissimi stucchi, mosaici e affreschi, combinazione tra il II e III stile della pittura muraria romana, vennero abbandonati ai detriti.
Questa bellissima addormentata restò nel suo sudario fino al 1880, quando a seguito di lavori per la regolamentazione degli argini i maestosi resti vennero alla luce. Purtroppo, una parte di essi furono distrutti, altri non furono mai scavati. Ma per fortuna nostra alcuni ambienti furono salvati e oggi li possiamo ammirare nelle sale a essi adibite a Palazzo Massimo.
Muoversi lungo il percorso museale che li riguarda è un’esperienza dei sensi, dell’intelletto e dello spirito. Il visitatore riesce a cogliere perfettamente la misura del gusto dei romani. Nulla, in materia di lusso e di eleganza, ha potuto mai superare questi ambienti, in cui un arredamento minimale e straordinariamente “moderno” completava una realtà abitativa di straordinaria bellezza. Non vorremmo mai andarcene, ma purtroppo dobbiamo. Però possiamo tornare.