La chiesa del Gesù (il suo nome completo è la chiesa del Santissimo Nome di Gesù all’Argentina) è la chiesa Madre della Compagnia di Gesù, in essa si conserva la tomba del suo fondatore, Sant’Ignazio di Loyola. La costruzione della chiesa, che si affaccia su piazza del Gesù, è considerata come una svolta importante nella storia dell’arte, perché fu costruita secondo lo spirito dei decreti del Concilio di Trento: è stata progettata a navata unica, perché l’attenzione dei fedeli fosse concentrata sull’altare e sul celebrante. Nel 1551 Sant’Ignazio di Loyola commissionò all’architetto fiorentino Nanni di Baccio Biggio il disegno di una chiesa per la Compagnia di Gesù. La pianta che presentava una larga chiesa con una unica navata, cappelle laterali e un’abside poco profonda, venne ridisegnata nel 1554 da Michelangelo, ma anche il suo progetto rimase sulla carta. Infine il Cardinale Alessandro Farnese, forse il più noto mecenate delle arti del periodo, fornì il finanziamento nel 1561 ed incaricò Jacopo Barozzi, chiamato “ il Vignola”, uno dei suoi architetti preferiti, della progettazione e realizzazione della chiesa del Gesù di Roma. Gli architetti gesuiti Giovanni Tristano e Giovanni De Rosis furono attivi collaboratori dei progetti interni e diressero l’attuale costruzione. Non soddisfatto del disegno della facciata eseguito dal Vignola, il Cardinale Alessandro Farnese scelse un progetto di Giacomo della Porta. La costruzione della chiesa iniziò nel 1568; ma a concludere l’esecuzione, dopo la morte del Vignola, fu appunto Giacomo della Porta nel 1575. Al momento della sua dedicazione nel 1584, la chiesa fu la più grande e la prima completamente nuova costruita a Roma fin dal “Sacco” del 1527. La monumentale facciata di Giacomo della Porta domina dall’alto la non grande piazza, la cupola sempre dell’architetto ha un tamburo ottagonale. L’interno a croce latina, ha una vasta navata la cui volta è affrescata nella seconda metà del secolo XVII con” Il Trionfo del Nome di Gesù”, grandioso, movimentato e luminosissimo affresco eseguito con straordinario effetto di prospettiva aerea da Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccia, che ha affrescato anche la cupola con” Patriarchi e Dottori della Chiesa”. La tribuna è affrescata, sempre dal Baciccia, con” Gloria del Mistico Agnello”. In una delle cappelle si può contemplare la “Madonna della Strada”, un affresco del XV secolo, che originariamente si trovava nella facciata di Santa Maria della Strada, una chiesa che precedentemente occupava questo luogo. In una delle zone laterali del tempio vi è la cappella di Sant’Ignazio di Loyola, una delle meraviglie dell’arte barocca. Qui si trova la tomba del Santo, decorata con argento, oro, bronzo, marmo e con alcuni minerali preziosi. Nella parte destra del transetto vi è la cappella di San Francesco Saverio, uno dei monaci che, con Sant’Ignazio di Loyola, fondò la Compagnia di Gesù. Presso l’altare si conserva un reliquario d’argento, dove si conserva l’avambraccio destro del Santo. In occasione delle vicende della fine del 700, che seguirono la soppressione dell’ordine (1773), il tempio fu privato di molte ricchezze. Nel 1814 la chiesa fu restituita ai Gesuiti. Verso la metà del XIX secolo fu ornata la tribuna e costruito l’altare maggiore. Dal 1858 al 1861 l’ornamento del tempio farnesiano fu compiuto per munificenza dal principe Alessandro Torlonia, che fece rivestire di marmi la facciata. In anni recenti la chiesa è stata oggetto di notevoli interventi da parte della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma e del Lazio, che ha curato ll restauro degli affreschi e degli stucchi che decorano la volta, l’abside, la cupola e i transetti, una superficie particolarmente vasta, che ha richiesto un lavoro lungo e impegnativo. Attualmente la chiesa fa parte del vasto patrimonio storico artistico del fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, cioè l’ente al quale vennero attribuiti i beni derivanti dall’asse ecclesiastico dopo la soppressione delle Corporazioni Religiose e delle Fabbricerie. In conclusione, la chiesa del Gesù, realizzata con uno stile fra il rinascimentale e il barocco, ebbe un grande influsso sull’architettura sacra delle chiese barocche in Italia e altrove nel mondo, fino ad ispirare il termine, oggi contestato, stile Gesuitico. La sobria facciata, con i volumi, le masse ed i giochi di luci ed ombre che anticipavano il Barocco, fu attentamente orientata verso le vie e la piazza circostanti: essa si erge maestosa come un grande portale che invoglia i viandanti ad entrare.
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di
Arch. Raffaella Ciofani
28 Settembre 2018