Il Sovrano Militare Ordine dei Cavalieri di San Giovanni Battista Gerosolimitano, detti poi di Rodi, quindi di Malta, fu fondato nel 1048 e divenuto Ordine religioso militare al tempo della prima crociata (1099). Dalla Palestina alla conquista di Rodi, dall’assedio di Malta al tormentato periodo seguito dalla perdita dell’isola sino al rilevante impegno umanitario ancora oggi presente in modo attivo e vitale. Sempre al sostegno dei valori cristiani. Quasi mille anni di storia. Dieci secoli al servizio dell’umanità, devoto al suo glorioso passato e al rispetto per le sue leggendarie memorie il Sovrano Militare di Malta rappresenta l’emblema dell’altruismo e della carità cristiana. Un po’ monaci, un po’nobili cavalieri e dame, i componenti dell’Ordine di Malta, circa 13500 in tutto, presenti in 120 Paesi, attivi attraverso la dedizione e la passione di 80000 volontari di 33 nazionalità diverse, sono gli ultimi superstiti di un’epoca antica che risale alle crociate. E sebbene i secoli precedenti ne abbiano eroso la potenza, l’Ordine di Malta conserva ancora la sua gloria: tra i più antichi testimoni della civiltà cristiana, è l’ultimo dei grandi Ordini religiosi cavallereschi, l’unico che, all’opposto dei Templari, nei nostri giorni è ancora in vita. L’Ordine preserva anche oggi i privilegi di uno Stato sovrano: pur senza un territorio e dei confini, custodisce un ordinamento giuridico proprio e ha la possibilità di stampare francobolli e rilasciare passaporti.
Alla fine del XII secolo i Cavalieri di Rodi si insediarono sull’emiciclo settentrionale del Foro di Augusto, sopraelevando le antiche costruzioni e convissero con i Basiliani sino alla fine del XIII secolo. L’odierna cappella palatina di San Giovanni Battista infatti è trasformata in luogo di culto nel 1946, dall’atrio di una domus romana; ma l’esistenza dei Cavalieri di Rodi e di una chiesa dell’Ordine sul Foro è in verità molto più antica. Nella costruzione si erano appena stabiliti, nei primi decenni del IX secolo, dei monaci Basiliani, innalzando una chiesa sulla cella del tempio di Marte Ultore. Era chiamato San Basilio in scala mortuorum, o de Arca Noe; il particolare nome nasce dal vicino Arcus Nervae, nel muro di fondo del Foro di Nerva. San Basilio, era costituito da laterizi con finestrelle ad arco ed abside ornata da mensole. Le lastre decorate a treccia viminea di un ciborio del IX secolo che erano della chiesa e le pitture dell’abside sono custodite nella Casa dei Cavalieri di Rodi. Alla fine del trecento la sede del Priorato fu spostata all’Aventino. Nel 1466 l’amministrazione del Priorato fu assegnata al cardinale Marco Barbo, nipote di Papa Paolo II, che ripristinò la loggia del 1470, dalla quale nel quattrocento si affacciava il pontefice per la benedizione della folla, con cinque arcate che caratterizza il prospetto del palazzo verso il Foro di Augusto e via dei Fori Imperiali e tre verso i Mercati di Traiano. La spettacolare loggia è affrescata con pitture, purtroppo molto deteriorate dall’esposizione agli agenti atmosferici, rappresentanti medaglioni con imperatori e false architetture aperte su uno scenario naturalistico, attribuiti ad artisti della scuola di Andrea Mantegna. La Casa dei Cavalieri di Rodi con la sua vista tra le più belle di Roma: la Colonna Traiana, il Vittoriano, i Mercati Traianei, la Torre delle Milizie, la Torre del Grillo, rappresenta infatti il luogo tra i più significativi della città. Nel 1566 Papa Pio V assegnò la chiesa alle monache Neofite Domenicane della Annunziata, che ricrearono il luogo di culto sull’ antica struttura modificandola notevolmente per adattarla alle nuove esigenze. Con i lavori di scavo eseguiti nel Foro di Augusto nel 1926, la chiesa e il convento furono demoliti, oggi è presente il portale d’ingresso tra due colonne ioniche e timpano spezzato con un’Annunciazione a rilievo, aperto sul muraglione del Foro. Nel 1946 il Comune rese nuovamente la chiesa all’Ordine di Malta, che restaurò (ripristino già iniziato nel 1940), realizzando anche la nuova cappella, dedicata al loro santo patrono: San Giovanni Battista, sotto la direzione dell’architetto Guido Fiorini.
La chiesa è composta da un portico con tre arcate in travertino su tre lati e una più ampia, verso l’ingresso. La volta è intonacata di bianco : le lunette tra i peducci in laterizi, i lati del portico sono coperti da volte a botte ritmato da arcate. Il vano è chiuso da volta a botte a cassettoni decorati con la croce di Malta, sulle pareti vi sono lunette con affreschi staccati, del primo seicento, provenienti dalla casa di Flaminio Ponzio sulla via Alessandrina, abbattuta per l’esecuzione di via dell’Impero; in quello di fronte vi è una “Madonna con Bambino e due figure di santi”. Sull’architrave della porta del vano è posta l’iscrizione con la dedica: ”D. IOHANNI BAPTISTAE DIC. ANNO D.NI MDCCCCXLVI”. Sulla destra della chiesa, verso l’ingresso, vi è una recente statuetta in bronzo rappresentante “San Giovanni Battista”, di Alfredo Biagini. Nella parete di fondo è stato aperto un vano nel quale è situato l’altare, ornato di un tabernacolo, un busto bronzeo del santo realizzato dal 1886 al 1952, ispirato dalle opere di Donatello e sei candelieri rappresentanti sei cavalieri dell’Ordine inginocchiati e reggenti un cero, tutte composizioni sempre dello scultore Biagini. All’interno del luogo di culto è anche presente l’antiquarium del Foro di Augusto.
La chiesa di San Giovanni Battista dei Cavalieri di Rodi, attraverso le memorie di un glorioso e leggendario passato, costituisce l’incanto e il fascino dell’arte e della storia della Città Eterna nel mondo.