LA CHIESA DI SANTA MARIA IN CAMPITELLI IN ROMA

Il Duomo di Torino e la Sacra Sindone

La chiesa di Santa Maria in Campitelli è uno dei santuari Mariani più antichi di Roma. Fu realizzato dall’architetto Carlo Rainaldi allievo di Bernini, sul luogo dove esisteva una precedente chiesa intitolata a Santa Maria in Portico in Campitelli, consacrata nel 1217. La costruzione fu voluta da Papa Alessandro VII nel 1660 come esecuzione di un voto fatto al popolo romano, per conservarvi l’immagine della Madonna in Portico che i romani, minacciati dalla peste, erano soliti pregare; infatti ad essa si attribuì la cessazione della peste nel 1656. L’antica immagine taumaturgica di Santa Maria in Portico, conservata nella gloria dell’altare maggiore,in un ricchissimo tabernacolo dorato di Giovanni Antonio de Rossi, è un singolare lavoro in lamina di rame dorato con fondi a smalto, tecnica definita dagli studiosi “a’ champlevè”, alta 26 cm e larga 20,50 con uno spessore di 3 mm. L’icona rappresenta la Vergine con il Bambino in braccio nella tipica iconografia bizantina dell’Odigitria (colei che indica la via). Tutto si staglia su fondo azzurro fra due fronde di quercia, ed è inserito in un’edicola con arco a tutto sesto costituita da pilastri ionici, nella sommità le teste dei Santi Pietro e Paolo. La cornice in smalto rosso, decorata da rosette dorate con il bottone azzurro, costituiscono il contorno. Le fonti attestano la sua conservazione nella chiesa di Santa Maria in Portico fin dal sec. XII, ma i canoni iconografici fanno pensare ad una immagine più antica. L’opera è attribuibile ad una scuola Italo-Bizantina, occorre infatti tener presente che la vecchia chiesa di Santa Maria in Portico era situata nel quartiere dei Greci che vi si stabilirono nell’VIII sec. dopo la fuga da Costantinopoli, portando le tradizioni culturali e religiose della loro terra. L’immagine di Santa Maria in Portico, con molta probabilità è una riproduzione di qualche antica pittura o mosaico venerata nel Portico di Galla, deteriorata con il passare del tempo o distrutta da qualche incendio, essa fu riprodotta mantenendo il legame con l’antica tradizione. La nuova chiesa, terminata nel 1667 appunto dall’architetto Carlo Rainaldi, consacrata ufficialmente nel 1728 con il nome di Santa Maria in Portico in Campitelli in onore della sacra immagine, presenta una bella facciata barocca sulla quale spiccano le colonne, pilastri simbolici della vera fede. L’esterno, tutto in travertino, è su due ordini con le colonne che per la prima volta in un prospetto di chiesa, sono completamente staccate dal fondo. Per la diversità delle decorazioni, per la insolita distribuzione di porte e finestre essa presenta straordinari effetti di chiaro scuro, scenografici e plastici, pur essendo priva di ornamentazione scultorea. L’interno è a pianta longitudinale. La spazialità tipica delle chiese della Controriforma è però contraddetta da due assialità trasversali; il progetto iniziale prevedeva una navata di forma ellittica, disposta in senso longitudinale e conclusa da un secondo spazio a pianta circolare. L’interno, scandito da 24 colonne corinzie, ha un primo corpo a croce greca ed un secondo comprendente la cupola e l’abside. Nelle cappelle laterali vi sono opere dei maggiori pittori barocchi di Roma: Sebastiano Conca, Giovanni Battista Gaulli (conosciuto come il Baciccia) e Luca Giordano. La cupola,ricoperta di tegole, poggia su un tamburo cilindrico sul quale si aprono otto finestre ellittiche; la calotta semisferica è definita da costoloni in otto sezioni. La struttura si conclude con un elegante lanterna barocca, caratterizzata da otto volute aggettanti riccamente decorate, le quali oltre a separare le finestre arcuate, sostengono anche la sovrastante trabeazione su cui poggia il cupolino rivestito di piombo. Ciò che fa risaltare questa costruzione e le dà un posto unico tra le chiese barocche di Roma, è il carattere scenico. A Roma infatti l’architettura della chiesa di Santa Maria in Campitelli anticipa lo sviluppo del tardo barocco; troviamo appunto in questa costruzione straordinaria un progetto dell’Italia settentrionale dell’epoca unito alla gravità romana e ai ritocchi manieristici trasformati in tendenze progressiste. Nel chiostro attiguo alla chiesa è visitabile una parte del basamento del tempio di Apollo Sosiano. La chiesa si affaccia su piazza Campitelli, dove è collocata una fontana di Giacomo della Porta, che nel progetto urbanistico di Alessandro VII avrebbe dovuta essere accompagnata da una seconda, non eseguita, in posizione simmetrica. Luogo di culto molto antico in una zona fortemente caratterizzata da templi e chiese, restaurata in varie epoche, la chiesa di

Santa Maria in Campitelli è un luogo di forte spiritualità ed è un autentico gioiello dell’arte barocca da visitare assolutamente.

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