Anche chi con le proprie azioni assicura materialmente il mantenimento della pace nel mondo ha la propria giornata di festa: oggi 29 maggio si celebra infatti la giornata internazionale dei Peacekeepers (anche noti come caschi blu), uomini senza le cui azioni le Nazioni Unite non potrebbero perseguire il proprio obiettivo di portare la pace in scenari tragicamente dilaniati da conflitti. La ricorrenza, istituita con la risoluzione 57/129 del 2003 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha scelto il 29 maggio come data per celebrare la prima operazione di questo genere, la “United Nations Truce Supervision Organization” (UNTSO), avvenuta ben 71 anni fa nell’ambito del conflitto israelo-palestinese. Se in quell’occasione le regole di ingaggio prevedevano soltanto un ruolo di osservatore per il contingente dei Caschi Blu, nel corso del tempo le sue mansioni sono profondamente cambiante, ampliandosi e allargandosi per garantire il massimo “firepower” possibile ai soldati ONU al fine di proteggere le popolazioni colpite da conflitti e promuovere il rispetto dei diritti umani in contesti martoriati dalla guerra. Secondo quanto riporta il sito onuitalia.it, “Il 19 maggio, presso la FAO, il Ministro della Difesa Roberta Pinotti e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, hanno premiato gli studenti vincitori del concorso “Nazioni Unite per la pace” che è stato indetto nel contesto delle celebrazioni del 70° anniversario dell’ONU. I partecipanti hanno presentato saggi, temi, video multimediali, blog e composizioni poetiche sul tema. Obiettivo del concorso era quello di far conoscere anche ai più giovani il contributo dei Caschi Blu alle missioni nelle aree di crisi.” L’attenzione dell’ONU per le generazioni future resta quindi molto alta.