Dopo oltre due mesi di lockdown, il Maxxi a Roma Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo riapre i suoi spazi. La prima mostra che riparte negli ultimi due weekend di maggio è “ Gio Ponti. Amare l’architettura”, dedicata al grande e poliedrico architetto, prorogata fino alla metà di settembre. Saranno rispettate le distanze di almeno un metro tra persona a persona, anche attraverso un’apposita segnaletica che indicherà i percorsi e le indicazioni del personale di sala; prima di accedere, i visitatori dovranno firmare un’autocertificazione e sarà controllata la temperatura corporea attraverso un termo scanner, all’interno ci saranno distributori di gel igienizzante per le mani e avvisi al pubblico con le principali prescrizioni comportamentali. Le visite saranno organizzate su fasce orarie. A quarant’anni dalla scomparsa di Gio Ponti il Maxxi dedica a questa figura d’eccezione una grande retrospettiva, che ne studia e ne comunica, a partire dal racconto della sua architettura, la poliedrica attività, sintesi unica e originale di tradizione e modernità, storia e progetto, cultura d’elite e vivere quotidiano. L’architetto Gio Ponti, designer, art director, scrittore, poeta e critico continua infatti ad essere un protagonista del dibattito architettonico non solo nazionale, grazie all’imponente eredità in tanti settori della progettazione. Dal disegno di oggetti d’uso quotidiano all’invenzioni di soluzioni spaziali per la casa moderna, alla realizzazione di progetti complessi calati nel contesto urbano, come il grattacielo Pirelli a Milano o la cattedrale di Taranto, la progettualità di Ponti si caratterizza proprio per il passaggio disinvolto di scala in scala. La mostra, ospitata nella scenografica e difficilissima galleria 5 dello splendido museo di Zaha Hadid il Maxxi, echeggia il titolo della famosa pubblicazione “Amare l’architettura”, trasformando in una massima, quasi un dovere, ancora più universale con il ricorso al verbo all’infinito. L’esposizione si propone di mettere in luce la lunga attività di Ponti e la sua straordinaria capacità di prefigurare spazi e motivi della ricerca architettonica contemporanea. Tra questi, l’aspirazione alla verticalità e alla leggerezza attraverso la smaterializzazione delle facciate, la concezione di una città verde in cui la natura rientri a pieno titolo nell’agenda dell’urbanistica e dell’architettura, la flessibilità di spazi domestici. Un grande lavoro di ricucitura espositiva a partire dalle forme dei tavoli, dai loro supporti e dalla palette cromatica scelta, toni pastello incredibilmente anni 50 ma anche archivistica, grazie alla messa in mostra di numerosi modelli originali, fotografie, libri, riviste, pezzi di design strettamente collegati ai suoi progetti architettonici. Le otto sezioni evocano concetti chiave espressi dallo stesso Ponti “Verso la casa esatta, Classicismi, Abitare la Natura, Architettura della superficie, L’architettura è un cristallo, Facciate leggere, Apparizioni di grattacieli, Lo spettacolo delle Città”, restituendoli in un allestimento che suggerisce l’idea dello spazio del Maestro; fluido, dinamico, colorato. Privo di filo cronologico, il percorso è diviso in cluster, nuclei tematici che raccontano la poliedrica esperienza progettuale di Ponti e la sua lunghissima carriera, nel corso della quale ha esplorato praticamente tutti i campi afferenti all’architettura. Per Giovanna Melandri, Presidente Fondazione Maxxi “Celebrare la grandezza di Gio Ponti significa immergersi in un’eredità che non ha eguali in versatilità, estro, applicazione. Edifici privati e committenza pubblica, aziende e luoghi di studio, oggetti di uso quotidiano e arredamenti di uffici e di navi, cattedrali e musei, si alternano in una ricerca, mai dogmatica o ideologica, in cui dialogano classicità e modernità, paesaggio naturale e orizzonte urbano, vocazione sociale dello spazio e salvaguardia della bellezza”. La bella mostra è curata da Maristella Casciato (Senior Curator of Architectural Collections al Getty Research Institute di Los Angeles) e Fulvio Irace (critico e storico dell’architettura) con Margherita Guccione (Direttore Maxxi Architettura), Salvatore Licitra (Responsabile Gio Ponti Archives), Francesca Zanella (Presidente CSAC) ed è realizzata dal Maxxi in collaborazione con CSAC (Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma) che conserva l’archivio professionale di Gio Ponti e Gio Ponti Archives. Main patner Eni.
“Amate l’architettura, la antica, la moderna.
Amate l’architettura per quel che di fantastico, avventuroso e solenne ha creato – ha inventato – con le sue forme astratte, allusive e figurative che incantano il nostro spirito e rapiscono il nostro pensiero, scenario e soccorso della nostra vita”.
Gio Ponti, Amare l’architettura, 1957.