La curiosa storia della Piramide Cestia è ovviamente molto antica. Tutto ebbe inizio nel I sec. a. c. quando Caio Cestio, un importante uomo politico dell’antica Roma, decise che come proprio monumento funerario la Piramide sarebbe stata la scelta ideale. La preferenza va ricercata nel contesto storico di quel periodo: siamo negli anni della conquista dell’Egitto e i ricchi e colti Romani restarono subito affascinati dal gusto orientale. Caio Cestio decise così di farsi costruire la propria tomba a forma di piramide al di fuori della città come era usanza lungo una strada consolare, la via Ostiense, l’antico collegamento tra l’Urbe ed il suo porto Ostia Antica. Ma chi era questo ricco uomo politico? E’ lui stesso a presentarsi nelle iscrizioni sulle facciate della Piramide come un importante membro del Collegio Sacerdotale degli Epuloni, dunque il ” Settenviro”ossia Sacerdote del collegio preposto ad organizzare i banchetti per gli Dei. Fu anche Pretore, forse quello menzionato da Cicerone, che ricoprì la carica nel 44 a. c. Forse fu sempre lui che dispose la costruzione del ponte Cestio, eretto per congiungere l’Isola Tiberina con gli insediamenti di Trastevere. Sappiamo con certezza, grazie al testamento dello stesso Caio Cestio, che la Piramide fu costruita in soli 330 giorni, venendo innalzata fra il 18 e il 12 a. c., anche se ciò che impressiona maggiormente è la sua portentosa struttura: è alta quasi 37 metri e ha una base quadrata di circa 30 metri per lato. E’ in calcestruzzo, con cortina di mattoni e copertura di lastre di marmo di Carrara e si eleva su una piattaforma di materiale cementizio. Una comparazione della forma con la Piramide di Giza rivela che la resistenza strutturale del calcestruzzo ha permesso di costruire la Piramide Romana ad un angolo molto più acuto di quelle dell’ Egitto. Il monumento era posto lungo la via Ostiense, era circondato da una recinzione in blocchi di tufo, oggi parzialmente in vista, aveva 4 colonne agli angoli (di cui sono state rialzate quelle dal lato opposto dell’Ostiense) e 2 statue del defunto ai lati della Porta. La Camera Sepolcrale è di 4 metri x 5,85 metri, totalmente vuota, con le sole pareti affrescate con disegni dai modesti colori, che riportano elementi iconografici molto semplici. Vi sono 2 registri: in quello superiore 4 figure alate di vittorie, poco visibili in genere frequenti in ambienti funerari. Nei riquadri inferiori si notano figure di donne, sedute o in piedi, che recano offerte votive, , in linea con la funzione del luogo in cui furono dipinte (Cella Sepolcrale): intervallate alle donne vi sono figure di vasi, elementi fissi nelle cerimonie religiose. La copertura della stanza è a botte; il pavimento è a mattoncini disposti a lisca di pesce. Ciò che resta ancora oggi completamente avvolto nel mistero è se Caio Cestio decise di farsi cremare o inumare: non sono stati infatti rinvenuti ne’ sarcofagi ne’ urne cinerarie. Ciò che è certo è che all’interno della stanza non vi doveva essere nessun bene prezioso perché Augusto aveva appena vietato , con un’apposita legge, l’ostentazione del lusso nelle tombe. Un vero smacco per i numerosi tombaroli che nel corso dei secoli hanno più volte cercato di intrufolarsi all’interno della Piramide cercando tesori. La Piramide Cestia è giunta così ben conservata fino ai nostri giorni perché fu inglobata nelle Mura Aureliane nel IV sec. d. c. ragione per cui si salvò dalle spoliazioni, che afflissero nei secoli tutti i marmi di rivestimento dei monumenti antichi. In questo modo ne fu risparmiata anche la sua distruzione, trovandosi esattamente lungo il tracciato delle nuove mura. Ma la Piramide scampò anche ad un’altra distruzione, quella dei bombardamenti durante la II guerra mondiale, che invece buttarono giù per sempre un tratto adiacente delle Mura Aureliane. Caio Cestio non fu l’unico però a costruire una Piramide a Roma, sappiamo infatti che in città ve ne erano almeno tre: due nell’area dove oggi sorgono le chiese gemelle di Piazza del Popolo ed una lungo via della Conciliazione, all’altezza della chiesa di Santa Maria in Traspontina. Quest’ultima fu distrutta nel 1499 da Papa Alessandro VI Borgia per ampliare la viabilità della strada vicino a San Pietro, in occasione dell’imminente Giubileo. La fama della Piramide Cestia fu grande anche già in passato, quando di fatto divenne una delle tappe obbligate di visita per i giovani rampolli delle famiglie Europee che compievano il Gran Tour, l’importante viaggio di formazione e studio tra il XVII e XIX sec.: vedere una Piramide a Roma sorprendeva davvero tutti!