LA QUADRIENNALE DI ROMA 2020: QUARANTA ARTISTI PER RACCONTARE L’ARTE ITALIANA

La XVII Quadriennale d’arte inaugurerà a Palazzo delle Esposizioni il 1 ottobre 2020. L’istituzione nasce nel 1927 per l’intuizione di Cipriano Efisio Oppo ed è l’unica istituzione nazionale ad avere come missione esclusiva il compito di indagare, censire, certificare e promuovere le arti visive all’interno del territorio nazionale proiettandole sul piano internazionale. Sedici sono le edizioni svoltesi negli anni, che hanno visto la partecipazione di oltre 6000 artisti da Pericle Fazzini a Renato Guttuso, da Emilio Vedova a Giosetta Fioroni, da Gino De Dominicis a Vanessa Beecroft, con età media di 25 anni. Mentre circa 2700 sono le opere in mostra vendute per le collezioni del Comune di Roma, di Ministeri, banche e enti pubblici di varia natura. Nata con una funzione complementare rispetto a due altre istituzioni pubbliche storiche di sostegno all’arte, la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano, la Quadriennale di Roma si pone come protagonista nel censimento e nella valorizzazione dell’arte nazionale principalmente attraverso la sua ricorrenza, appunto, quadriennale. La mostra XVII Quadriennale d’arte porrà in rilievo le ricerche, le poetiche e gli immaginari di artisti di diverse generazioni di cui verranno presentati progetti monografici in spazi dedicati e in relazione dialogica con l’allestimento attraverso uno speciale percorso espositivo che coinvolgerà entrambi i piani di Palazzo delle Esposizioni. Occuperà infatti quasi 4000 mq di superficie espositiva, con circa 40 artisti, iniziative social, performance, visite guidate, eventi, proiezioni, iniziative collaterali, fuori-mostra, premi. L’esposizione vuole ripensare la narrazione dell’arte in Italia dagli anni settanta ad oggi, anche in relazione ai contesti sociali, politici, tecnologici che l’hanno generata, individuando percorsi di lettura alternativi al canone storico-artistico predominante e mostrando come gli artisti che hanno superato la tradizionale classificazione dei media riescano a dialogare perfettamente con i linguaggi multimediali della contemporaneità. I giovani, le figure femminili, i vari orientamenti e le diverse identità sessuali, le sperimentazioni d’avanguardia saranno oggetto di attenta indagine. Il progetto di mostra mira ad evidenziare i percorsi transgenerazionali, la multidisciplinarietà dei linguaggi e la contaminazione delle arti visive con altre discipline. La Quadriennale ha come neopresidente, con sua nomina intervenuta solo lo scorso agosto, Umberto Croppi. Croppi è un manager culturale di alto profilo, dalle comprovate capacità di fare rete sinergica tra pubblico e privato, con le fondazioni, le gallerie, le associazioni, non solo nell’ambito delle arti visive ma anche della musica, della danza, del teatro,tra le novità, la partnership con Romaeuropa Festival e con l’Istituto Treccani per lo sviluppo della parte editoriale, il resto è un work in progress. La direttrice artistica (figura che compare per la prima volta nella Quadriennale) di Sarah Cosulich affiancata da Stefano Collicelli Cagol da la possibilità agli artisti di mostrare il loro personale immaginario, la selezione infatti di 40 artisti diventa un’operazione strategica per valorizzarne il lavoro complessivo e non la singola opera. La mostra è resa possibile a partire da un importante finanziamento dello Stato, attraverso la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mibact, che promuove anche il principale evento collaterale alla mostra, dedicato alla valorizzazione dei giovani artisti e delle Accademie di Belle Arti (Premio AccadeMibact). La produzione della mostra vede anche il supporto di partner privati. Vi sono accordi di partnership con il mondo dell’industria, dei servizi e dei media, per creare una cordata aperta a tutte le realtà che comprendono l’importanza di continuare a sostenere il valore della cultura, anche e soprattutto in una congiuntura come quella attuale. E’ disponibile anche un programma di membership, sia individuale che corporate, disponibile online al link: info. L’organizzazione ha dimostrato di farcela, malgrado la complessità di preparare una mostra di così ampia portata in una emergenza sanitaria che ha tenuto con il fiato sospeso l’intero paese. Il senso della Quadriennale oggi? “Ha ancora un grande motivo di esistere – commenta Groppi – a condizione che sappia ridisegnarsi in funzione dei tempi e che le istituzioni diano il supporto e facciano rete. La Quadriennale deve tornare ad essere quello per cui è nata, novant’anni fa, un’istituzione degli artisti e per gli artisti, che favorisca la comunità degli artisti e ne rilanci il ruolo anche all’estero”.

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