La rivincita della borgata: apre al pubblico il Mausoleo di Sant’Elena, il monumento che diede nome a Torpignattara

Il percorso di visita comprende la monumentale tomba della madre dell’imperatore Costantino, un antiquarium realizzato all’interno di una piccola chiesa rurale e le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, dove sono conservati affreschi paleocristiani

La rinascita del simbolo di un quartiere di Roma. Il 13 ottobre 2019, dopo un lungo restauro iniziato nel lontano 1993, ha riaperto al pubblico il Mausoleo di Sant’Elena conosciuto come “Torpignattara”, e situato a Roma sulla via Casilina, al terzo miglio dell’antica via Labicana. Il restauro e l’apertura sono frutto del lavoro della Soprintendenza Speciale di Roma, in convenzione con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

Oltre agli imponenti resti della tomba romana del IV secolo d.C., il percorso di visita comprende anche un antiquarium realizzato all’interno di una piccola chiesa rurale, con annessa canonica, dedicata ai Santi Marcellino e Pietro ed eretta da papa Urbano VIII nel 1632 proprio all’interno del mausoleo. Elena, madre dell’imperatore Costantino, morì nel 329 d.C. lontano dalla capitale dell’Impero, forse a Treviri. Il suo corpo venne trasportato nel mausoleo dentro un ricco sarcofago di porfido rosso, oggi ai Musei Vaticani.

Ma questo non è tutto: al di sotto del complesso conosciuto in età imperiale come Ad duas lauros (ai due allori), si trovano le Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro realizzate a partire dal II secolo d.C. per ospitare martiri cristiani e gente comune. Negli spazi ipogei sono conservati pregevoli esempi di affreschi paleocristiani.

Il maestoso mausoleo a basamento cilindrico voluto nel IV secolo d.C. dall’imperatore Costantino ha contraddistinto quel tratto di campagna romana nel corso del Medioevo, imponendo anche la toponomastica alla novecentesca borgata: il nome popolare Torpignattara si impose quando il crollo di una parte della volta dell’imponente edificio imperiale mise in luce delle grandi “pignatte” nascoste all’interno della parte alta dell’edificio. Si trattava di due giri concentrici di anfore olearie iberiche, visibili ancora oggi, incorporate nella muratura per alleggerirla ed evitare crolli.

Il monumento sepolcrale, in passato sovrastato da una grande volta, ha pianta circolare e un diametro che supera i venti metri. Sede della Soprintendenza Speciale di Roma (Soprintendente dott.ssa Daniela Porro, Direzione dott. Rocco Bochicchio), il sito è gestito oggi dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (Segretario Mons. Pasquale Iacobone).

La borgata “Torpigna” ha aperto quindi al pubblico il suo pezzo più pregiato, situato in un fazzoletto di campagna romana ben tenuto e incorniciato dalla trafficata via Casilina e il verde pubblico di Villa de Sanctis. Alle spalle gli alti palazzi di Centocelle. La storia imperiale si mescola così con quella del Novecento, la “Roma pasoliniana”, offrendo al visitatore la possibilità di conoscere le origini di questo quartiere, e agli abitanti stessi, un motivo in più per trovare un’identità comune e un senso d’appartenenza.

Le visite al mausoleo sono abbinate a quelle delle Catacombe SS. Marcellino e Pietro

Turni di visita: 10:00, 11:00, 15:00, 16:00

Via Casilina, 641, Roma

www.santimarcellinoepietro.it

 

Foto su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo / Archivio Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma / Foto F. Caricchia, R. Bochicchio.

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