LA SALVEZZA DI ROMA: LA PRODIGIOSA FONDAZIONE DEL PANTHEON

Nel medioevo Roma mantenne viva almeno una parte della sua cultura pagana, la quale convisse sempre con la propria identità cristiana.

Una traccia di questo fenomeno si riconosce in modo particolare nella leggenda della cosiddetta “Salvacio Romae”, che è stata definita da Morghen una prova del carattere demoniaco che la fantasia popolare attribuiva, anche dopo l’affermazione del cristianesimo con Costantino, al mito della potenza di Roma.

Questa leggenda è inoltre estremamente interessante in quanto narra della fondazione del Pantheon, uno degli edifici romani più famosi.

Nei Mirabilia si racconta della presenza, sul Campidoglio, di una serie di settanta statue, ognuna delle quali raffigurava la personificazione di un popolo che Roma aveva assoggettato. Ogni statua aveva appeso al collo un campanello che, se la popolazione corrispondente avesse avuto intenzione di muovere contro Roma, avrebbe iniziato a suonare.

La leggenda narra che, una sera, il campanello sulla statua corrispondente alla popolazione persiana iniziò a suonare. Il senato, in estrema allerta, convocò Agrippa nella speranza che potesse prendere le decisioni migliori sul da farsi.

Agrippa rimase in meditazione tre giorni e tre notti elucubrando quale fosse la strategia migliore per salvaguardare la città e annullare la minaccia persiana, ma la sera del terzo giorno, esausto, si addormentò e fece un sogno in cui la dea Cibele lo invitava a partire per la Persia con l’esercito, senza paura. Gli disse infatti che, se al suo ritorno avesse edificato un tempio dedicato dedicato a lei, a Nettuno e a tutti gli dèi, la protezione di Roma sarebbe stata eterna.

Agrippa fece ciò che Cibele gli consigliò: partì con l’esercito alla volta della Persia e successivamente, vittorioso, rientrò a Roma deciso a dedicare un tempio a tutte le divinità: il Pantheon, per l’appunto.

Di questa leggenda fu anche elaborato quello che nel cinema verrebbe definito un “sequel”. Questo completamento aveva ugualmente lo scopo di rafforzare l’idea secondo cui Roma, in quanto protetta da tutte le divinità, sarebbe stata eternamente potente. Tale racconto lo si ritrova nel Chronicon Salernitanum, dove si narra che molti secoli dopo, per volere dell’imperatore d’Oriente Alessandro, tutte le statue del Campidoglio furono trasportate a Costantinopoli, la “nuova Roma”. Per evitare che le statue continuassero ad aiutare Roma anche da lontano, Alessandro tentò di corromperle avvolgendole in preziosissima seta. La leggenda vuole, tuttavia, che la notte successiva al maldestro tentativo di corruzione l’imperatore sognò San Pietro, principe dei romani, che lo percosse violentemente. La mattina dopo, non appena si svegliò, Alessandro si sentì male e morì: definitiva conferma della benevolenza e della protezione di Roma da parte delle divinità pagane, ma anche – se non soprattutto – per volere di Dio e dei Santi cristiani.

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