Dal 4 al 27 febbraio all’Eliseo Off è andato in scena “La Storia di Paolina”, interpretato da Barbara Mautino e scritto da Manuela D’Angelo, prodotto dal Teatro Eliseo stesso. Lo spettacolo racconta la vita di Paolina Leopardi, sorella del più celebre poeta Giacomo, attraverso un carteggio con il fratello e coadiuvato dall’amicizia con la soprano Marianna Brighenti; la narrazione è amaramente ironica e porta allo spettatore uno scenario di vita a tratti drammatico, raccontando uno spaccato sociale poco noto ma tipico del periodo ottocentesco, secolo in cui Paolina visse. In quella fase storica, infatti, la donna era considerata una proprietà privata del marito: non aveva alcun diritto al di là del suo essere, di volta in volta, figlia, moglie o madre, a seconda dell’uomo cui si affiancava.
A scandire la vita di Paolina sono le convenzioni sociali, gli obblighi morali, le rigide prescrizioni nobiliari, l’essere ancora non maritata, la “prigionia” fisica di Recanati (dove vive con dei genitori oppressivi, costringendola a condurre un’esistenza praticamente da reclusa, al pari del fratello nei suoi anni di giovinezza). Analogamente a Giacomo, anche Paolina sceglie di evadere dalla terribile raltà con lo strumento dello studio, della lettura e dell’immaginazione; nemmeno l’amore le è di conforto, dato che l’uomo che ama è interessato alle sue virtù solo per ragioni sociali, “costringendola” a restare prigioniera della sua famiglia non volendosi sposare. La sua via di fuga diventano la trascrizione delle opere del fratello, la traduzione di opere che inserisce nel giornale di famiglia e l’amicizia (epistolare) con la Brighenti, che incontrerà solo dopo moltissimi anni; passati a miglior vita tutti i suoi cari, riuscirà comunque a realizzare sé stessa attraverso numerosi viaggi. La prova attoriale è convincente: nell’ora in cui lo spettacolo si snoda non mancano i momenti di riso, seppur amaro; la narrazione è fluida e la cornice dell’Eliseo arricchisce l’opera di un’aura ulteriore di fascino.