A distanza di oltre 70 anni riemergono dal sottosuolo, le prove dei crimini titini, perpetrati sulle genti italiane residenti nelle Terre irridenti, spesso oggetto di contestazione, negazionismo e manipolazione politica.
Non si vuole qui aprire una sterile polemica sulle ragioni dei vinti e dei vincitori, si desidera solo onorare la memoria di compatrioti, la cui stessa esistenza è stata occultata, la scomparsa negata e dare, alfine, onorevole sepoltura a corpi martoriati, spesso ingiustamente.
Presso Castua (Fiume) furono trucidati il senatore Riccardo Gigante con altri militari e civili italiani, di identità e numero imprecisato. Le testimonianze raccolte dal parroco dell’epoca, coincidevano su dinamiche e luoghi dell’esecuzione, permettendo di concentrare studi e ricerche successive, in zone sempre più circoscritte.
Amleto Ballarini, presidente della Società di Studi Fiumani, e Marino Micich, direttore, in collaborazione con l’Istituto croato per la storia, hanno svolto un importante lavoro sulle vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni, assassinate nel periodo 1939 – 1947, riuscendo ad individuare molti luoghi della tragedia.
Qui, a circa 3 metri di profondità, sono stati ritrovati teschi e ossa umane di una decina di persone, nonché alcuni oggetti personali. Attualmente lo stato di conservazione dei reperti non consente di individuare il numero dei caduti, né di identificarli. Le salme giacciono, al momento, presso il Consolato italiano locale, in attesa che l’anatomopatologo, per quanto possibile, ricomponga ed identifichi le spoglie. Si dovrà poi decidere dove tumulare i resti mortali e conservare gli oggetti rinvenuti, ma, soprattutto, compiere quell’ulteriore passo nel cammino verso la pacificazioni tra le genti che la guerra divise
di Federico Mattia Ricci
A distanza di oltre 70 anni riemergono dal sottosuolo, le prove dei crimini titini, perpetrati sulle genti italiane residenti nelle Terre irridenti, spesso oggetto di contestazione, negazionismo e manipolazione politica.
Non si vuole qui aprire una sterile polemica sulle ragioni dei vinti e dei vincitori, si desidera solo onorare la memoria di compatrioti, la cui stessa esistenza è stata occultata, la scomparsa negata e dare, alfine, onorevole sepoltura a corpi martoriati, spesso ingiustamente.
Presso Castua (Fiume) furono trucidati il senatore Riccardo Gigante con altri militari e civili italiani, di identità e numero imprecisato. Le testimonianze raccolte dal parroco dell’epoca, coincidevano su dinamiche e luoghi dell’esecuzione, permettendo di concentrare studi e ricerche successive, in zone sempre più circoscritte.
Amleto Ballarini, presidente della Società di Studi Fiumani, e Marino Micich, direttore, in collaborazione con l’Istituto croato per la storia, hanno svolto un importante lavoro sulle vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni, assassinate nel periodo 1939 – 1947, riuscendo ad individuare molti luoghi della tragedia.
Qui, a circa 3 metri di profondità, sono stati ritrovati teschi e ossa umane di una decina di persone, nonché alcuni oggetti personali. Attualmente lo stato di conservazione dei reperti non consente di individuare il numero dei caduti, né di identificarli. Le salme giacciono, al momento, presso il Consolato italiano locale, in attesa che l’anatomopatologo, per quanto possibile, ricomponga ed identifichi le spoglie. Si dovrà poi decidere dove tumulare i resti mortali e conservare gli oggetti rinvenuti, ma, soprattutto, compiere quell’ulteriore passo nel cammino verso la pacificazioni tra le genti che la guerra divise