È difficile dare una definizione univoca della fede cristiana. Tuttavia, grazie alla penetrante riflessione di san Tommaso d’Aquino (1225-1274), santo, dottore della Chiesa e acutissimo teologo e filosofo, sappiamo che la fede cristiana ha una natura complessa e articolata in almeno tre dimensioni: quella esclusivamente intellettuale esprimibile secondo il Dottore Angelico come Credere Deum, quella relativa alla sfera della volontà definita come Credere Deo e infine quella afferente ancora alla sfera affettivo-relazionale, definita come Credere in Deum (Summa Theologiae II-II, q. 2, a. 2). Con l’espressione Credere Deum Tommaso fa riferimento a tutte quelle verità conseguibili dall’intelletto umano grazie alle sue sole risorse: l’esistenza di Dio, i suoi attributi e tutto ciò che concerne quegli aspetti che la ragione umana può arrivare a conoscere nella sua piena autonomia. Questa prima dimensione è intellettualistica, nel senso che riduce la fede ad una mera attività razionale, obbligando il credente a produrre argomentazioni filosofico-metafisiche in grado di dare un fondamento di ragionevolezza delle verità credute. Qualora venga considerata isolatamente questa dimensione della fede rischia di ridurre la vita del credente ad un mero esercizio teoretico, subordinando la credenza alla forza probante degli argomenti. La dimensione del Credere Deo implica invece già una certa forma relazionale in quanto in essa si realizza l’adesione dell’intelletto del cristiano alla Rivelazione proprio grazie all’azione della volontà. La dimensione del Credere in Deum, invece, rappresenta il cardine della vita cristiana, l’aspetto più ricco, profondo e completo della fede. Questa terza dimensione colloca l’uomo in una circolarità relazionale profonda e trasformativa con Dio, che è Causa e Fine della fede. La trasformazione implicata dal Credere in Deum vuole concerne le strutture profonde della vita stessa del cristiano che si arricchisce di una dimensione esistenziale che trascende e sussume le verità conseguibili razionalmente. La vita del cristiano – perlomeno del cristiano che vive una fede paradigmatica – ingloba tutti e tre questi aspetti che, sinergicamente, avviano un percorso di crescita esistenziale, conoscenza e pienezza vitale donando dignità infinita alla persona del fidelis.