La via selvatica: partito il ciclo di incontri tra il sé e la Natura voluto da Matteo Caccia

Il 12 settembre scorso è partito La via selvaticaun progetto curato da Matteo Caccia, nato dall’osservazione della natura, rifiorita e capace di riprendersi i suoi spazi, dopo i mesi di chiusura dell’uomo nei suoi confini domestici. Una riflessione spontanea in un contesto, quello delle vigne dell’azienda Ceretto, strettamente legato ad un ambiente sano e forte, negli anni preservato e custodito grazie a pratiche agricole consapevoli e sempre più sostenibili. 

Attore teatrale, autore e conduttore radiofonico, Matteo Caccia vive a Milano; qui cerca di tirar fuori le sue idee, avvicinandosi alla persona attraverso la narrazione di una storia sua, anche piccola, per mettere a suo agio l’interlocutore e far capire che è semplicemente questo ciò che desidera: una storia da raccontare. 

Pur vivendo in città che è un’autentica metropoli, Matteo è un fine osservatore della natura e, da quando ha inserito nella sua vita un fedele amico a quattro zampe, ha cominciato a ragionare sul concetto di selvatico. Dall’ambiente domestico, infatti, il cane, ogni volta che trascorre un paio di giorni in campagna, si riappropria del suo lato più vero, istintivo e naturale.

Matteo Caccia è un attore che cerca di apprendere qualcosa di nuovo da ognuna delle persone di cui racconta la storia dall’estate del 2012; iniziando il racconto con “C’era una volta”, sposta abilmente l’attenzione al periodo della vita in cui ognuno di noi mette le basi per diventare quello che poi è, vale a dire i primi 18 anni. 

Proprio questo aspetto più selvaggio è la chiave di volta, in alcuni casi, per arrivare al cuore dell’interlocutore, mettendolo a proprio agio. Gli incontri si svolgono nell’arco di un anno intero, a cadenza mensile e le narrazioni hanno il fil rougedella passione per il mare, la vela e le letture, ma c’è anche la parte dell’esploratore, che consiste nel risalire alla prima volta che facciamo una cosa per noi nuova.

Scenario di questi dialoghi i luoghi intatti e autentici all’interno dei territori della famiglia Ceretto – dalle vigne, al ristorante Piazza Duomo, alla Cappella del Barolo, alla Casa d’artista, passando per le cantine della Tenuta Monsordo Bernardina e Bricco Rocche – sintesi di cura e valorizzazione del territorio. 

I primi interventi saranno trasmessi e resi fruibili al pubblico online (dal 12 settembre, ogni 12 del mese sul sito www.ceretto.com), e, a partire dal 2021, il pubblico potrà finalmente partecipare attivamente agli incontri. Tra i dodici protagonisti, il metereologo Luca Mercalli, il paesaggista Paolo Pejrone e il semiologo Stefano Bartezzaghi.

La conclusione del progetto avverrà a settembre 2021 con un’esperienza selvatica a quattro mani con gli chef Ana Roš ed Enrico Crippa. La via selvatica, insomma, è una sorta di viaggio multisensoriale, che porterà ciascuno a parlare del proprio vissuto e, nello stesso tempo, a capire qualcosa in più di se stesso, tramite l’ascolto delle esperienze altrui: un viaggio introspettivo che dall’altro arriva al proprio io.

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