Il Lambrusco e le sue varietà sulle tavole di tutto il mondo

Il Lambrusco è la dimostrazione evidente di quanto ogni vino sia profondamente legato alla morfologia, alle tradizioni e alle usanze del proprio territorio, costituendone la sua espressione più autentica: frizzante, conviviale e vivace.

Questo nettare delizioso dalla storia antica e dal vitigno selvatico (la “Labrusca vitis”), è il ritratto dell’Emilia, la regione in cui è prodotto.

È un vino unico: rosso e frizzante allo stesso tempo, giovane e gradevole, dalla spuma leggera, un profumo fruttato e un moderato contenuto alcolico.

In generale, il Lambrusco è prodotto prevalentemente in autoclave, fatta eccezione per una piccola produzione che è ancora ottenuta con rifermentazione in bottiglia secondo il metodo classico o quello ancestrale.

Il Lambrusco, prima ancora di essere uno dei vini più conosciuti e venduti nel mondo, è soprattutto apprezzato e bevuto dagli abitanti della sua terra, che lo producono e consumano da secoli. La viticultura emiliana, infatti, vanta una lunghissima tradizione e una storia importante, che risale addirittura ai tempi dei Romani quando la vite selvatica era già denominata Lambrusca. I vitigni tipici del lambrusco sono stati selezionati nei secoli dalle storiche famiglie del luogo e prendono addirittura il loro nome: Lambrusco Marani, dalla famiglia Marani.

Parlare di vitigno riferito al Lambrusco significa parlare di una “famiglia di vitigni autoctoni”, ossia nati da piante cresciute spontaneamente in pianura Padana da sempre motivo di grande orgoglio per i suoi produttori.

Oggi le varietà coltivate sono 12 (tra cui Sorbara, Grasparossa, Salamino, Marani, Maestri), a cui si aggiungono altre varietà non appartenenti direttamente a questa famiglia, come l’Ancellotta, che in piccola parte possono fare parte della composizione di molti vini Lambruschi.

Prodotto secco, amabile o dolce, le sue uve sono prevalentemente coltivate nei territori tra Modena e Reggio Emilia e, in quantità minore, nelle province di Parma e di Mantova, a cavallo tra Emilia e Lombardia.

Le DOC modenesi sono 4: il Lambrusco di Sorbara, che può essere tagliato fino al 40% con la varietà Salamino, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, il Lambrusco Salamino di Santa Croce e il Lambrusco di Modena. In provincia di Reggio Emilia ha origine il Lambrusco Reggiano DOC ottenuto da vitigni lambrusco quali Salamino, Sorbara, Maestri, Marani, Montericco e Grasparossa di Castelvetro, e il Lambrusco DOC Colli di Scandiano e di Canossa, prodotto da uve Grasparossa e Montericco. A Parma, infine, si produce il Lambrusco Colli di Parma DOP, che deve comprendere almeno per l’85% la varietà Maestri. Esistono infine alcuni lambruschi IGT/IGP.

Ha caratteristiche organolettiche uniche al mondo: è frizzante e rosso. Oggi, grazie al cambiamento climatico, il Lambrusco ha acquisito una struttura fatta di profumi, sapori e complessità di tutto rispetto. Il variare del clima ha enormemente favorito questo vino facendo sì che il suo grado alcolico aumentasse di un punto e mezzo e che l’acidità diminuisse rendendolo così molto più equilibrato e gradevole.

Se volessimo classificare questo tipo di vino potremmo assaporare il Lambrusco frizzante o spumante. La principale differenza tra queste due tipologie consiste, oltre che nel metodo produttivo, in una differente ‘sovrapressione’, ovvero in un diverso quantitativo di anidride carbonica contenuta nel vino. Nel caso dello spumante la ‘sovrapressione’ è maggiore.

Sebbene sempre più raramente, viene prodotto anche un Lambrusco ‘fermo’, vale a dire privo di effervescenza. Apprezzato anche il Lambrusco ‘secco’, ‘amabile’ e ‘dolce’. Queste tre tipologie si distinguono tra loro per un differente ‘tenore zuccherino’, vale a dire per la diversa quantità di zucchero presente nel vino che nel ‘secco’ sarà minima, crescendo progressivamente fino al ‘dolce’.

Infine il Lambrusco ‘rosso’ e ‘rosè’ il più amato e venduto.

Il Lambrusco viene prodotto con uve ‘a bacca nera’, ciò fa sì che il vino maggiormente commercializzato sia di colore rosso. Esiste comunque anche il ‘rosè’, colorazione ottenuta grazie a particolari tecniche produttive. Ben più raro il Lambrusco ‘bianco’.

Questo vino viene declinato in numerose varianti, da quello di Sorbara al Grasparossa di Castelvetro, fino al Salamino di Santa Croce e a molte altre. Ci concentreremo sulle prime tre varianti, le storiche DOC con maggiore produzione.

Lambrusco di Sorbara DOC è il più leggero, meno colorato ed essenziale dei lambruschi modenesi, è anche il più conosciuto ed il più prodotto.

Il suo nome ha origine dalla frazione di Sorbara del comune di Bomporto, nel modenese. Coltivato nella zona compresa fra i fiumi Secchia e Panaro, si tratta di una varietà indigena antichissima esclusiva del modenese e dalle caratteristiche molto particolari. Particolarità di questo vitigno è il fenomeno dell’acinellatura, un’anomalia dovuta soprattutto alla sterilità del polline: i chicchi rimangono del diametro di pochi millimetri, provocando sensibili perdite di prodotto. Questa particolare caratteristica contribuisce a rendere unico e pregiato questo particolare vino rosso.

Per la sua produzione devono essere utilizzate per almeno il 60% le uve dell’omonimo vitigno, con eventuali aggiunte di Lambrusco Salamino per un massimo del 40% e di altri Lambruschi (da soli o congiuntamente) fino a un massimo del 15%. Il Lambrusco di Sorbara viene prodotto in quattro diverse tipologie: rosso spumante, rosato spumante, rosso frizzante e rosato frizzante.

Tra i Lambrusco del modenese è quello che solitamente si presenta con un colore più vicino al rosa, caratterizzato da profumazioni fruttate e da un sentore di violetta che determina il suo soprannome, ovvero Lambrusco della viola.

Il suo sapore gradevole lo rende perfetto in accompagnamento a piatti locali come pasta con ragù bianco, tortellini in brodo e arrosti.

Ha una spuma vivace e un gusto sapido e nervoso. Le sue caratteristiche organolettiche si contraddistinguono per il suo colore rosso rubino tenue, spesso cerasuolo o rosato;

acidità sostenuta e croccante. I profumi sono delicati con sentore di viola e frutta rossa; sapore secco o asciutto, ha una corposità poco accentuata e una tannicità leggera. Fresco, sapido e armonico. Gradazione alcolica: minimo 10,5°.

Il Lambrusco Grasparossa DOC è la variante che riesce a giungere a piena maturazione anche con temperature non alte, per questo è l’unico vitigno coltivato nei terreni collinari. E’ noto anche come Lambrusco di Castelvetro o Lambrusco di Spezzano. È un vino frizzante e secco, dal colore rosso rubino intenso con riflessi violacei e dal profumo fruttato, con sentore di frutti di bosco.

Questo vino si ottiene per almeno l’85% dalle uve dell’omonimo vitigno e può essere affiancato per non più del 15% da altri vitigni di Lambrusco, Malbo Gentile e Fortana. È un vitigno generalmente poco produttivo, ma in grado di adattarsi anche ai terreni più poveri. La maturazione è abbastanza tardiva e la vendemmia avviene anche ad ottobre inoltrato. Caratteristica che rende particolare questo vitigno è che in autunno si arrossano non solo le foglie, ma anche raspo e pedicelli, creando una colorazione particolarmente suggestiva che arricchisce di fascino le sue zone in periodo di vendemmia. Il Grasparossa è perfetto con pietanze saporite e sostanziose, come primi piatti, lasagne ed arrosti; un ottimo abbinamento è anche quello con i salumi ed i formaggi tipici della tradizione emiliana, o con formaggi invecchiati o erborinati. A fine pasto si accompagna benissimo anche ai dolci.

Le sue caratteristiche organolettiche lo rendono unico nel suo colore rosso intenso con sfumature violacee; profumi fruttati di bacche rosse del sottobosco, floreali. La sua corposità è più sostenuta rispetto agli altri lambruschi modenesi, ha un gusto pieno, ricco nella componente tannica e bilanciato da una buona e moderata acidità, fragrante ma mai esagerata. Spuma evanescente e vivace. Gradazione alcolica: minimo 10,5°.

Il Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC deve il suo nome alla forma del suo grappolo che ricorda un piccolo salame. Viene prodotto per un minimo dell’85% con uve del vitigno autoctono Lambrusco Salamino, con piccole percentuali di altri vitigni come Lambrusco Ancellotta e Fortana.

Questa varietà di vitigno ha origine nei terreni della bassa modenese e, come le altre, deriva probabilmente da viti selvatiche che crescevano in maniera spontanea nei colli dell’Appennino. Per questo motivo queste uve erano anche chiamate “uzeline” o “oseline” per il fatto che, crescendo spontaneamente al limitare dei boschi, venivano depredate dagli uccelli che ne erano ghiotti. Il Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC deve il suo nome all’omonima frazione del Comune di Carpi, da cui questo vitigno si è poi diffuso in tutto il territorio della provincia di Modena ed in quelle confinanti. È un vino gioviale e fresco, di colore rosso rubino e dal profumo fruttato e intenso. I grappoli sono piccoli, con acini di colore blu-nerastro e dalla polpa succosa leggermente acidula. Il vitigno Lambrusco Salamino è caratterizzato da una ottima produttività e la maturazione delle uve avviene nella prima decade del mese di ottobre.

Le sue caratteristiche organolettiche lo contraddistinguono per il suo colore intenso e carico; profumi maturi pienamente fruttati ed elegantemente floreali, freschi e

fragranti. In bocca mostrano equilibrio tra acidità e struttura tannica, con un buon corpo, giusta armonia e bella sapidità. Gradazione alcolica: minimo 10,5°.

I territori che accolgono la maggior presenza di Lambruschi sono quelli tra la provincia di Modena e quella di Reggio Emilia, anche se lo troviamo coltivato in maniera diffusa nella pianura padana nelle provincie di Parma, Bologna, Ferrara, Mantova, Cremona, Treviso e Rovigo.

Una buona diffusione di vitigni di Lambrusco si trova anche in Puglia.

La zona di produzione del Lambrusco di Sorbara è compresa tra i comuni di Sorbara, Bomporto, San Prospero e Nonantola anche se si trova mediamente diffuso in tutta la pianura compresa tra il Secchia ed il Panaro.

Il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro trova la sua massima diffusione nel territorio del comune omonimo e nei comuni vicini in provincia di Reggio Emilia nei comuni pedecollinari di Scandiano, Casalgrande e Quattro Castella. In maniera sporadica è presente anche nelle colline del parmense, nel mantovano e nel bolognese. Il Salamino è diffuso in provincia di Modena ma anche in quella di Reggio Emilia soprattutto a Correggio, Fabbrico, San Martino in Rio e Rio Saliceto. Coltivato in maniera sporadica nella pianura bolognese e ferrarese.

Attualmente sono sette le DOC (Denominazione di Origine Controllata) del Lambrusco. Nel territorio della Provincia di Modena ne vengono prodotte ben quattro, vale a dire:

▪ Modena DOC;

▪ Lambrusco di Sorbara DOC;

▪ Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC;

▪ Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC;

▪ Nel territorio della Provincia di Reggio Emilia se ne producono due:

▪ Reggiano DOC;

▪ Colli di Scandiano e di Canossa DOC;

▪ Nel territorio della Provincia di Mantova si produce il:

▪ Lambrusco Mantovano DOC;

Va infine ricordato che alcuni vini Lambrusco sono IGT (Indicazione Geografica Tipica), ovvero:

▪ Lambrusco Emilia IGT;

▪ Lambrusco Mantovano IGT;

▪ Lambrusco Quistello IGT;

Oggi il Lambrusco che si beve è un vino moderno, che esalta tutte le sue caratteristiche di frutto e di armoniosità. È un vino dalla tradizione antica che ha saputo mettere in evidenza il suo lato più attuale, esercitando un certo appeal sui nuovi mercati. La sua facilità a essere bevuto e compreso in ogni parte del mondo è una caratteristica di cui i produttori emiliani sono sempre andati fieri, perché ha fatto del Lambrusco un vino di

successo in grado di incontrare i gusti di tutti. Oggi sono tanti i fan di questo vino a partire dai grandi intenditori, che sanno dove collocarlo e lo trovano un vino di pregio.

Possiamo dire, quindi, che il Lambrusco è oggi un vino con un’identità ben precisa che sa perfettamente quanto le sue potenzialità siano enormi.

Con alle spalle una filiera vitivinicola di grande tradizione e un vigneto moderno, una produzione in linea con le attuali tendenze di ottimizzazione e sempre rispettosa della natura, il Lambrusco è un vino che continua a raccogliere grandi successi grazie al connubio perfetto tra qualità e tradizione.

Che si brindi in compagnia, che si assaporino piatti deliziosi o che ci si conceda una pausa sfiziosa con un buon aperitivo, è difficile pensare a qualcosa di più stuzzicante di un bel calice di “bollicine” che mettono di buon umore e lasciano la bocca piacevolmente fresca. Spumante, Prosecco sono un trionfo di effervescenza ma di certo non sono gli unici vini frizzanti a stuzzicare il palato. Basti pensare che della ricca tradizione vinicola italiana è proprio un nettare frizzante del colore della ciliegia il vino più esportato nel mondo.

Alla domanda se il Lambrusco è un grande vino risponderei assolutamente sì. E’ un vino da far conoscere ai giovani, perchè, nonostante la sua antica origine, è in un certo senso nato recentemente per la seconda volta. Per festeggiare le festività natalizie in arrivo, o per una scampagnata tra amici o per dissetare gli amanti del rosso frizzante direi che è unico.

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