L’anno che verrà?

L’anno della pandemia da Covid-19 ci lascia con un lockdown e una zona rossa a delimitare lo spazio di movimento di un anno che, da febbraio, mette i paletti alle cose che si possono o non si possono fare.

È stato l’anno dell’autocertificazione, una sorta di “pensaci bene a quello che stai facendo. È proprio necessario? Ne hai effettivamente bisogno e urgenza?”.

Potremmo chiamarlo l’anno del “presente”, del quotidiano del “vicino e a km zero”, praticamente entro il perimetro di casa propria. Lì dove abbiamo lavorato, studiato, vissuto, festeggiato, cantato, sperato, oppure, purtroppo, pianto, immalinconito, volto lo sguardo al passato. Se il futuro è stato menzionato, è stato solo per tenere a mente a che ora si potevo uscire, o rincasare, quando sarebbe avvenuto il passaggio da una zona gialla, arancione o rossa a un’altra, a che ora bar e ristoranti avrebbero chiuso, sarebbe stato servito solo cibo da asporto, si sarebbero abbassate le saracinesche dei negozi etc.

Un futuro più distante è stato messo da parte…per tempi migliori.

Il 2021, dopo tanto sguardo fisso sul presente, si annuncia come l’anno dello sguardo verso il possibile. Cosa e come sarà l’anno che, grazie ai vaccini, forse, ci farà aprire le finestre su un presente-futuro da costruire?

Innanzitutto, saremo come chi esce alla luce del sole dopo un lungo periodo chiuso in una caverna, in un rifugio, un sotterraneo. Un po’ confusa/o, un po’ arrabbiata/o, parecchio dubbiosa/o per quello che non si sa bene se è una continuazione, un nuovo inizio, una ripresa di qualcosa che, per un anno, si è interrotto, è cambiato. Certamente, ci sarà da rimettere su l’economia, riprendere i normali ritmi di vita quotidiana, riallargare l’orizzonte verso punti della città che sono ricordi passati, distanti, lontani. Riprendere in considerazione i viaggi, le vacanze, le località altre dal proprio quartiere. Ritornare al lavoro in presenza, alla scuola e all’Università nelle aule, a poter disporre dei propri movimenti senza badare a permessi, coprifuoco, limiti di distanza etc.

Sento in giro qualcuna/o interrogarsi se usciremo da questa pandemia più “buone/i” o “peggiori”. Dipende. Ne usciremo, secondo me, come siamo entrate/i, con l’aggiunta dell’effetto Covid-19 sul modo in cui eravamo: saremo quindi migliori se lo eravamo anche prima, peggiori se già eravamo arrabbiate/i, demotivate/i, disincantate/i.

Frastornate/i sicuramente.

Sono stati messi alla prova tutti i punti di riferimento che avevamo: familiari, sociali, amicali, professionali, culturali. Il distanziamento ci ha insegnato a stare lontane/i dalle/gli altre/i. Come reagiremo quando ci diranno che sarà di nuovo possibile abbracciare, stare vicine/i, parlare senza mascherine, stare intorno a un tavolo in venti senza prima mettere in pratica tutta quella serie di misure preventive (distanza di 1 metro, igienizzazione, sedie sfalsate etc) che abbiamo imparato a fare nostre? Se prima guardavamo all’altra/o con “diffidenza”, questo 2020 ha esacerbato vieppiù la diffidenza, innata o socialmente appresa, delle persone fino a farne uno standard di vita. Anche questa riappropriazione della socialità sarà un’”impressa” che ci attende nel 2021.

Intanto, si fanno programmi economici, piani di ricostruzione, progetti di sostegno, bilanci previsionali, si calcola il PIL, si aggiorna il calendario delle scadenze fiscali, si stringono accordi commerciali, produttivi, di assunzione. Si arriva perfino a immaginare l’estate prossima e qualcuna/o mettein programma l’acquisto di una casa (più grande e con spazi aperti, il Covid-19 docet!), un viaggio, la ricerca di lavoro all’estero, un piano di studi e di sviluppo professionale.

Quello che mi incuriosisce sarà leggere le previsioni delle astrologhe/degli astrologi sulle intenzioni dei pianeti, delle quadrature, delle opposizioni e delle congiunzioni astrali per l’anno che sta per arrivare. E mi viene in mente la canzone di Lucio Dalla “L’anno che verrà”, con le sue promesse di cose belle e di grandi trasformazioni.

E chi legge? Come immagina il 2021?

Proviamo a fare un elenco, una descrizione, una wish-list e vediamo se, alla fine dell’anno prossimo, abbiamo fatto “centro”!?

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