L’ Arcispedale di Santo Spirito è un antico ospedale (probabilmente il più antico d’ Europa) ora centro congressi nel rione Borgo, a Roma. Situato nei pressi di città del Vaticano, esso è adiacente al moderno ospedale di Santo Spirito, che ne prosegue la tradizione. Le sue origini risalgono a 727 d.c. quando Ina il re dei Sassoni istituì la “Schola Saxonum” per dare ospitalità ai propri conterranei che giungevano a Roma in pellegrinaggio presso la tomba dell’apostolo Pietro. Quest’area era anticamente occupata dagli Horti di Agrippa Maior (14 a.c. – 33 d.c.), costruzioni imperiali con ampi e sontuosi giardini che dal Gianicolo si estendevano lungo la riva destra del Tevere. In alcuni ambienti sottostanti l’antico ospedale sono ancora visibili resti di pareti di opus reticulatum, pavimenti a mosaico, sculture e affreschi. L’ospedale sorse a sostegno dei poveri, dei malati e degli infanti abbandonati, come testimonia oggi la ruota degli esposti visibile all’esterno dell’edificio. Papa Innocenzo III (1198-1216) affidò al cavaliere templare Guy di Montpellier, fondatore dell’ordine ospitaliero del Santo Spirito, il compito di gestire l’ospedale e all’architetto Marchionne d’Arezzo quello di costruirlo . Papa Sisto IV (1471-1484) curò la ristrutturazione dell’ospedale dopo che incendi e saccheggi ne avevano causato la rovina. Si avvalse della collaborazione dell’architetto Baccio Pontelli, inserendo nel progetto anche due edifici per i religiosi al servizio dell’istituto, entrambi realizzati intorno a un chiostro. L’ospedale che in seguito prese il noma di corsia Sistina, fu impreziosito da un ciclo di affreschi , commissionati dallo stesso pontefice, aventi lo scopo di narrare i momenti significativi della sua vita e la storia dell’antico edificio Innocenziano. La corsia Sistina sormontata da un tiburio, conserva al suo interno un altare attribuito ad Andrea Palladio e un’opera pittorica di Carlo Maratti. Ad Andrea Bregno è attribuito il portale in marmo detto del “Paradiso”. Nella seconda metà del novecento la corsia Sistina fu divisa nella “sala Lancisi” e “sala Baglivi” in memoria dei due illustri medici. Pio V (1566-1572) ampliò l’ospedale con la costruzione del palazzo del Commendatore, ad opera dell’architetto Giovanni Lippi (detto Nanni di Baccio Bigio). L’edificio ospita l’antica spezieria , luogo in cui furono condotte numerose ricerche farmaceutiche , dove vennero triturate le erbe medicamentose di cui oggi ne sono testimoni le collezioni di antichi vasi e mortai. Sotto il pontificato di Clemente XI (1700-1721) è stata fondata la biblioteca Lancisiana da Giovanni Maria Lancisi, medico e archiatra pontificio, per l’utilità dei giovani medici tirocinanti dell’ospedale. Con Alessandro VII (1655-1667) il complesso si sviluppa con l’edificazione della sala ospedaliera Alessandrina, oggi adibita a sede del museo di storia dell’arte sanitaria. L’attuale museo trae origine dall’ iniziale museo anatomico arricchito negli anni trenta del XX secolo anche dalle collezioni di Giovanni Carbonelli e Pietro Capparoni, fondatori del museo. La creazione originaria della raccolta, di cui rimangono ancora le collezioni, era solo di tipo didattico. Fu l’esposizione internazionale di Roma di arte retrospettiva del 1911 a dare lo spunto della creazione del museo odierno. Nel 1929 l’istituto di Santo Spirito concesse un’ala dell’ospedale sita nell’ ex corsia Alessandrina. Il museo così realizzato è formato da collezioni storiche unite alle originarie della mostra del 1911, cui si aggiunsero nel 1931 quella di Giovanni Carbonelli e nel 1939 quella del generale A. Cavalli Mulinelli ed in seguito quelle di Giuseppe e Orlando Solinas. Il museo contiene, tra l’altro, tavole anatomiche risalenti all’inizio dell’ottocento e create da Antonio Serantony e Paolo Mascagni tra cui la stampa raffigurante una figura femminile con il ventre sezionato e le rappresentazioni del microcosmo, del cervello e del fegato. Il museo consta di una biblioteca molto fornita con libri risalenti ad un periodo compreso tra il XVI secolo e il XX secolo. Tra i volumi vi sono ricettari manoscritti della fine del XVIII e il XX secolo, miscellanee, lauree, diplomi, regolamenti incisioni e tavole anatomiche. Vi sono quattro dipinti ad olio del XVIII secolo raffiguranti medici illustri e una scaffalatura con un archivio capitolare monastico. Le sale del museo sono le seguenti: il portico, la sala Alessandrina, lo scalone, la sala Flajani, la sala Capparoni, la sala Carbonelli, la farmacia e il laboratorio alchemico.