Le Marche e la pandemia, a 500 anni dalla morte di Raffaello

Un’estate 2020 forse sfortunata, quella delle Marche: all’inizio dell’anno, nessuno si sarebbe potuto aspettare che il cinquecentenario dalla morte di Raffaello Sanzio sarebbe coinciso con l’avvento di una terribile pandemia virale e un lockdown di intere nazioni. Ma così purtroppo è stato, nonostante gli attenti preparativi che in regione si operavano in attesa del grande evento culturale già a partire dall’anno scorso.

La Galleria Nazionale delle Marche, già nell’ottobre 2019, aveva lanciato una serie di mostre tematiche per celebrare il ricordo e l’arte di uno dei suoi cittadini più illustri, per l’appunto l’urbinate Raffaello. Una scia d’eccellenza il cui percorso previsto inizia da Raffaello e gli amici di Urbino, per poi proseguire con Raphael Ware. I colori del rinascimento e Sul filo di Raffaello. E addirittura un concorso per i più piccoli in collaborazione con Microsoft, Raffaello in Minecraft, con il quale si intende ricostruire la vita del giovane artista nel celebre videogioco per PC e console. Ma di mezzo, come si diceva e come non sarà certamente sfuggito a nessuno, la pandemia di COVID-19.

Si tratta di un’occasione persa per le Marche e, in particolare per Pesaro-Urbino? Chissà: l’estate è ancora lunga, nonostante i numeri non siano affatto incoraggianti. Secondo Federalberghi, nel mese di giugno si è registrato un calo del 67,2% nel turismo nazionale e del 93,2% in quello internazionale. Luglio si è rivelato forse più “magnanimo”, pur escludendo il grande apporto procurato al nostro turismo da paesi come Usa, Russia e Cina, ma agosto resta un’incognita.

Nell’interesse dei beni culturali del nostro Paese, tutti speriamo che la serie di eventi relativa a Raffaello non rimanga nel ricordo collettivo come qualcosa che in pochissimi avranno potuto vivere. Certo è che le Marche, come regione e come insieme di operatori del commercio e del turismo, non hanno tardato ad adeguarsi alle misure di sicurezza previste dall’emergenza.

Dall’inizio di giugno, le Marche non hanno mai registrato più di dieci nuovi casi di coronavirus al giorno, fatto salvo il nuovo picco degli ultimi giorni che ha registrato un massimo di diciassette nuovi casi. La realtà locale, come altrove e forse meglio che altrove, ha fatto in modo di reagire al virus e cercare di rendere le Marche un’esperienza estiva sicura e vivibile in maniera responsabile. Non solo la Galleria Nazionale, ma anche il tessuto socio-economico sottostante.

Sembra che in questo senso abbia funzionato l’invito rivolto ai propri associati da Amerigo Varotti, direttore generale di Confcommercio per la provincia di Pesaro-Urbino. Non molto tempo fa, in una lettera aperta, Varotti scriveva all’Associazione: «non ci possiamo permettere di perdere di vista l’obiettivo della sicurezza sanitaria, che rimane una priorità visti i rischi tuttora presenti». L’invito, rivolto in occasione dei primi assembramenti post-lockdown, fa riferimento alla complicata situazione in cui operano gli esercenti in questo periodo, costretti a districarsi fra le responsabilità degli avventori e quelle della pubblica sicurezza.

Lo stesso Varotti è tra i promotori dell’Itinerario della bellezza, uno degli eventi che, in collaborazione con enti e attività locali, si occupa di valorizzare le bellezze della regione da due anni a questa parte. Nel 2020, il fil rouge dell’evento è proprio il cinquecentenario di Raffaello. Un nesso conduttore che si districa fra dodici comuni: Cagli, Colli al Metauro, Fano, Fossombrone, Gradara, Gabicce Mare, Mondavio, Pergola, Pesaro, Sant’Angelo in Vado, Terre Roveresche e, a farla in un certo senso da protagonista, proprio quell’Urbino che a Raffaello diede i natali. Un progetto ambizioso, come testimoniato anche dalla buona copertura mediatica a livello nazionale, che quest’anno si trova inaspettatamente a combattere contro un “ingiusto” nemico.

Come Roma, Milano, Venezia – sotto gli occhi continui dei riflettori nazionali e non – anche una regione più “defilata”, come le Marche, ha sentito la forte necessità di reagire alla crisi del virus e a quella del lockdown, cercando come tutti una propria via di mezzo che appare, in questo senso, virtuosa. La pessima annata che il mondo intero sta vivendo ha comportato disastri economici indescrivibili; rabbia è forse il sentimento corretto per definire le previsioni e priorità che la regione si è vista costretta a modificare, passando dall’ottimismo sociale ed economico per gli eventi relativi a Raffaello a un completo appiattimento di ogni obiettivo preesistente.

Sono tempi duri, non c’è dubbio. Ma c’è da sperare che l’esempio virtuoso dei cittadini e lavoratori di regioni come le Marche possano portare, in un futuro abbastanza prossimo, a frutti migliori.

 

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