L’eleganza delle buone maniere

Il libro di Samuele Briatore Le regole delle buone maniere Impara il galateo ed affascina tutti con la tua eleganza si presenta davvero invitante.

Un vecchio proverbio recita che con una goccia di miele s’acchiappano più mosche che con un barile d’aceto. La gentilezza è dunque promossa virtù, necessaria almeno quanto l’educazione.

Sufficit?

Non abbastanza, perché esercitare anche l’educazione significa mettere in campo un’arma così potente da cambiare il mondo, sottolinea a sua volta Nelson Mandela.

Occorre però interrogarsi, sostiene Briatore fin dalle prime pagine, se oggi abbia ancora senso mantenere in vita il galateo, invocando le buone maniere per alimentare, magari, una sorta di liturgia già ben presente nei cerimoniali ed in contesti istituzionali.

Sapersi orientare tra le tante regole dell’etichetta è indispensabile per liberarsi da ogni impaccio e vivere serenamente, questa la riflessione con la quale l’autore guida ad affrontare le relazioni con gli altri, che includono lo stare a tavola, eventi importanti, conversazioni in salotto e problematiche di lavoro.

Non ultima la cura del corpo. Un contributo sull’eleganza delle buone maniere che s’aggiunge ad altri che l’hanno preceduto, come i testi di Melchiorre Gioia e monsignor Della Casa, di Donna Letizia, al secolo Colette Rosselli e di Brunella Gasperini, nota giornalista ed esperta di bon ton.

Puntuale – ed attenta – la disamina che lo scrittore suggerisce fin da subito : vale nel galateo un contatto garbato in grado anche di evitare l’inopportuno imperio di un grigio ed anonimo formalismo .

Vale, soprattutto, il saper stare alla giusta distanza, con l’auspicio che non si smarrisca l’autenticità di umani.

La strada delle buone maniere appare quindi lastricata di buone intenzioni, ma può rivelarsi anche una calamita – e potente – nel caso intenda promuovere solo una sorta di ammanieramento, subdolo.

Occorre, piuttosto, continua Briatore, una capacità di fare attenzione per rispettare l’interlocutore, senza eccessive concessioni al formalismo e al dominio dell’improvvisarsi nel qui ed ora.

Schopenhauer bene lo aveva esemplificato con la novella dei due porcospini: troppo vicini si pungono l’uno dell’altro con le loro spine, ma se cercano sollievo allontanandosi patiscono ,inevitabilmente, una mancanza di calore che li spinge ,di nuovo, a riavvicinarsi* .

Riferimento

S.Briatore, Le regole delle buone maniere Impara il galateo e affascina tutti con la tua eleganza, Newton Compton editori, Roma, 2019

*ARTHUR SCHOPENHAUER, Parerga e Paralipomena, 1851,inwww.libriantichionline.com/divagazioni/arthur_schopenhauer letto il 27 .01.2020

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