L’ESPOSIZIONE: “EX VOTO. ARTISTI PER SANTA ROSALIA” NEL PALAZZO COSTANTINO E DI NAPOLI A PALERMO.

“Un unico flusso d’arte che come un abbraccio entra nel palazzo, supera l’antica cavallerizza, sale lo scalone a doppia rampa che conserva l’imponenza di un tempo, e si srotola tra le sale sbreccate, le porte rimosse, le finestre senza più vetri, per fermarsi sotto il grande affresco del Velasco, potentemente sopravvissuto; e da lì, abbandona Palazzo Costantino e si insinua dentro l’attiguo Palazzo di Napoli, uno dei Quattro Canti del Teatro del Sole. L’abbraccio dell’arte che si mette sotto la protezione della Santuzza che proprio dal Cassaro passerà la sera del 14 luglio”, dichiarano gli organizzatori.

Palazzo Costantino fu edificato dal facoltoso Giuseppe Merendino, nella seconda metà del XVIII secolo, su antecedenti strutture seicentesche, parte delle quali erano proprietà dei marchesi La Farina di Madonia. La realizzazione dell’edificio, cominciata da un’idea di Andrea Giganti sarebbe perciò del terzo quarto del XVIII secolo, anche se quasi sicuramente furono inglobate costruzioni più antiche. Comprato, pochi anni dopo, da Giuseppe Costantino e Leone, diventato marchese nel 1791 su investitura di Ferdinando I, fu il frutto di una rilevante ristrutturazione a partire dal 1785, su progetto di Venanzio Marvuglia, tramite componenti tradizionali del 1700 relative al nascente stile neoclassico. Il corpo centrale del palazzo, creato secondo i disegni dell’architetto Marvuglia, presenta solidità e magnificenza: si sviluppa mediante i modelli del Palazzo aristocratico con una struttura ad U, corte interna di grande dimensione e asse prospettico portone – corte – scalone d’onore. Di linee severe, l’edificio ha quattro elevazioni. Il progetto è distribuito in cinque partiti, da lisce lesene di varie misure. Circa nel 1775, il marchese Costantino fece decorare con grande sfarzo attraverso stucchi e cornici mistilinee i saloni principali e fece dipingere i soffitti da Gioacchino Martorana, uno dei più celebri pittori di quel periodo. Oltre ai dipinti, le decorazioni, e gli affreschi di Giuseppe Velasco, Elia Interguglielmi e Gaspare Fumagalli, dei saloni di Palazzo Costantino, essi includevano raffinati ed eleganti arredi fissi stile Luigi XV e Luigi XVI, in legno intagliato e dorato, porte, finte porte e porte finestre, sovrapporta con paesaggi, consolle, maestose specchiere, lampadari in bronzo e cristallo e in vetro di Murano, applique e un prezioso armadio-cappella con reliquari in tartaruga e legno dorato smontati e venduti nel 1955 ad un famoso antiquario fiorentino. Fra il 2001 e il 2003, gli ultimi eredi degli antichi proprietari hanno ceduto l’intero immobile al marchese Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona che riusciva ad acquistare, dai quaranta e più proprietari, la vasta struttura dopo un abbandono di mezzo secolo; contemporaneamente comprava anche gran parte dell’attiguo Palazzo di Napoli.

La mostra collettiva, un omaggio alla città di Palermo, e alla sua patrona Santa Rosalia con Le Vie dei Tesori, si è inaugurata ieri, mercoledì 13 luglio 2022 alle ore 16 e continuerà fino a domenica 24 luglio, nei due Palazzi ai Quattro Canti, appunto di proprietà di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona.

L’importante esposizione si articola tramite le creazioni di 87 artisti e 12 progetti, nasce da un’idea di Roberto Bilotti, ed è curata da Andrea Guastella, per descrivere come l’arte sia mezzo di dialogo, rispetto e ecologia, ma anche di denuncia contro abbandono e trascuratezza.

La festa di Santa Rosalia, è un evento che fra il 10 e il 15 luglio, attira in città decine di migliaia di turisti. Essa celebra la liberazione di Palermo dalla peste del 1624, in seguito al ritrovamento delle reliquie della Santuzza sul Monte Pellegrino. Il primo festino si ebbe per volontà del cardinale Giannettino Doria nel 1625, durante i vari secoli esso è riuscito a rinnovarsi mantenendo però inalterato totalmente il suo fascino e la sua tradizione.

Gli 87 artisti, entrano in dialogo diretto con gli ambienti, spesso profondamente deteriorati, da Palazzo Costantino a Palazzo Di Napoli, li fanno propri, li aggrediscono, o li lambiscono, li lusingano o li rendono vivi: il loro è un messaggio di sostenibilità, viver comune, comunità, rispetto.

Il progetto Loci Interdicti, è una immagine determinata da una proposta intima e viscerale mediante l’essenza di Palazzo Costantino, avvertito dal curatore Michele Citro come “un maestoso gigante dal glorioso passato, ora stanco, incancrenito e moribondo”. Le opere compongono un’armoniosa poesia corale riservata agli importanti temi dell’arte, della vita e della morte, che induce a meravigliare e dare alla luce commozione pura. I quindici artisti presenti sono: Annalisa Apicella, Lavinia Bilotti, Giuseppe Bonaccorso, Cinzio Cavallarin, Giuseppe Di Guida, Giovanni Franco, Arturo Ianniello, Li Kang, Silvia Ottobrini, Alessandro Papari, Nicola Pellegrino, Tina Sgrò, Fernando Spano, Mario Trapani, Quionghui Zou.

La mostra Art Attack, rappresenta una visione ironica del contemporaneo con i supereroi e le metafore brillanti del presente che si elevano, come una torre di Babele, fino alle volte dell’edificio. Saranno in grado di conquistare, o rimarranno eternamente ai piedi dell’Olimpo, fra le rovine della Torre. Gli artisti che espongono sono Momò Calascibetta, Collettivo Gas: Alex Caminiti, Gimakae Sadif; Alberto Criscione, Alida Pardo, Francesco Scialò.

Inside Out, induce a capovolgere rapporti e dimensioni, interno ed esterno; come lenzuola appese sulla corte interna di Palazzo Costantino, imponente installazione di Giuliano Cardella. Ricordiamo: Salvatore Anelli, Giuliano Cardella, Arianna De Nicola, Carlo Alberto Floridi, Ghislayn Mayaud, Danilo Quintarelli.

Il significativo dipinto dell’artista romano Carlo Alberto Floridi, (tecnica mista, 50×70, opera realizzata nel 2022), “Rosa e giglio”, in cui i Tagli alla Fontana sembrano aprire voragini, sono non solo sullo spazio astratto, ma sul tempo, fiorito di muffe e incrostazioni. La rappresentazione del giglio e della rosa nel quadro sono emblemi di Santa Rosalia, la realtà anticipata del suo nome, e Carlo Alberto Floridi riscrive questi simboli nella lingua dell’astrazione.

Personae: in un mondo di finzione, le personae, appunto le maschere, sono le sole ad non recitare una parte. L’esposizione è un ritratto “in figura” dell’uomo contemporaneo, fra umano e postumano. Gli artisti all’interno di tale progetto sono: Salvo Agria, Romolo Angelini, Salvo Barone, Momò Calascibetta, Daniele Cascone, Luigi Citarrella, Alberto Criscione, Francesco Cuttitta, Alessia Forconi, Valentina Formisano, Franco Losvizzero, Fulvio Merolli, Giovanni Robustelli, Piero Roccasalvo Rub, Lola Montes Schnabel, Attilio Scimone, Anna Maria Terenghi.

In Beatiful Flash, Guglielmo Manenti si cala nel ventre di Palermo, alla scoperta delle creature minacciose e benigne dell’inconscio. Ciò è conseguenza di un dedalo di luoghi, reali e immaginari, dove è quasi infattibile orientarsi.

Destinazione, l’infinito: installazione di Rosa Mundi. Il viaggio comincia da capo, il viaggio non finisce. Le sfere armillari e i light box di Rosa Mundi, riproducono, in questa composizione site specific per la Cavallerizza di Palazzo Costantino, immagini ancestrali di cavalli che in età moderna, sono stati sostituiti nella loro missione di accompagnare l’uomo in terra da altri mezzi di trasporto, ma non affatto smarrito, hanno bensì rimarcato il loro significato di compagni inseparabili nel suo viaggio interiore, alla scoperta dell’ignoto.

I cinque progetti descritti sono curati da Andrea Guastella.

Come pappagalli verdi, rassegna di Marilena Morabito e Pasquale Lettieri, con la collaborazione di Floriana Spanò e Aurelio Nicolosi, nasce da un’idea del docente e artista Fiormario Cilvini con il supporto tecnico di Francesco Minuti. Il progetto si ispira al volume realizzato dal fondatore di Emergency, Gino Strada, nel quale viene raccontato la crudeltà della guerra mediante le esperienze dirette sul campo ed all’interno degli ospedali in cui, ancora più terribile e imperdonabile, è la presentazione lancinante di vittime innocenti come i bambini mutilati da mine che superficialmente sembrano giocattoli (denominati appunto pappagalli verdi), e che attirano le piccole vittime, un’azione di una ferocia terribile e senza significato fino all’assurdo. I lavori, tramite il linguaggio artistico, cercano di evidenziare il grave problema delle guerre ancora dolorosamente attualmente presenti, come quella in Ucraina, in cui perdono la vita fra i civili anche purtroppo molti bambini innocenti. Il progetto si esplica mediante la attuazione di calchi di arti inferiori in resina, prodotti dagli studenti del corso di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e in seguito mandate a molteplici artisti italiani, che hanno ricreato attraverso il proprio modo e tecnica il supporto di base. Gli artisti in mostra sono: Dario Agrimi, Caterina Arcuri, Claudio Bozzaotra, Alessandra Cacciuottolo, Alberto Criscione, e molti altri.

Ancora, citiamo il pensiero sostenibile di Teoria del sacrificio ecologico, a cura di Dario La Mendola, Francesco Fossati, Mario Margani, Antoanetta Marinov, Alfonso Rizzo.

L’esposizione Luce, è curata da Valerio Demò e si articola attraverso gli artisti: Manuela Sedmach, Andrea Solaja, Chiara Tubia, Camilla Marinoni, Andrea Guastavino, Vittoria Colonna, Angela Brandys. Sincretismo culturale, equilibrio tra la forza della natura e l’intelligenza dell’uomo: sono i contenuti del progetto site specific Luce, come forma che non illumina gli oggetti e il paesaggio, ma genera un reale paesaggio morale; il male come inizio della vita, nutrimento e fonte di comunicazione fra i popoli, il dialogo tra culture e religioni.

La mostra Astratte Ri-generazioni, rappresentata da Salvatore Camilleri, Francesca Nesteri, Tiziano Locci, Francesca Lolli, Giacomo Failla, Giuseppe Palermo, è determinata dal frutto di tali artisti riguardo a tematiche fondamentali come la tutela delle risorse naturali, i cambiamenti climatici, la desertificazione, la scarsa presenza dell’acqua potabile, in uno spazio che ci dà l’impressione che si cammini sulle nostre macerie.

Nel Giardino di Transizione, storytelling, ideato da Rossana Danile, le sculture a filo continuo, l’ape e il fiore di Bruno Melappioni, si identificano come richiesta ad operare verso il cambio di direzione. Un’ape, un fiore con il suo ultimo petalo, infatti, un suolo crepato pieno di foglie secche e macerie, recitano l’amore per la vita, quell’impulso naturale per la sopravvivenza che comprende piante ed esseri umani.

Asratte Ri-generazioni e Giardino di Transizione sono a cura di Giusy Emiliano.

Infine il progetto: I luoghi dell’anima, illustra i luoghi dell’arte in Sicilia che sono narrati mediante un video. In anteprima il “Passaporto del pellegrino” raffigurato da Domenico Pellegrino. La rassegna è curata da Alessia Montani, Valentina Bruno, Roberto Grossi.

Il percorso espositivo sarà fruibile con le visite guidate delle Vie dei Tesori, secondo il format consolidato del Festival. Apertura tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 21.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares