“Per me anche la luce, nell’oscurità, rappresenta qualche cosa che inizia timidamente ad apparire dal nulla che è la mia condizione.”
Il nero è il colore predominante delle sue opere: una miscela, un miscuglio di oscurità, bruni, rossi e terre, così come lo definisce lo stesso Puglisi. Perché senza l’oscurità non c’è luce e viceversa, così come le mani e i volti escono dal nero, dove si manifesta la vita dell’altro. I volti, spesso indefinibili, danno l’impressione di essere in movimento, al punto da rendere l’immagine stessa a tratti astratta.
L’artista ha esposto nelle gallerie più importanti d’Italia e non solo: in particolare nell’ultimo anno ricordiamo ‘La Misericordia’ e ‘Esprit Decadentisme e Maestri del ‘900’ entrambe presentate nella sua Bologna.
A Milano, si è inoltre occupato del progetto ‘In a silent way, presso lo Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea, mentre alla Galerie Sobering ha presentato ‘Art Paris’ a cura del critico d’arte Mark Gisbourne, che così dice di lui:
“I mezzi minimali, la pittura opaca bianca e nera (talvolta appare una traccia di rosso), il pennello e la spatola, e il generico supporto convenzionale della tela sono modi per invertire l’inizio e la fine della sfida della pittura. […] I suoi dipinti sono ridotti alle nude ossa della pittura, o, detto ancor meglio, come la pittura delle nude ossa stesse.“
Lorenzo Puglisi (Biella, 1971) è autore di una pittura caratterizzata dall’utilizzo diffuso del colore nero per creare uno sfondo di buio assoluto, dal quale sprigionano fiotti di luce capaci di definire i volumi, i volti, le parti del corpo, come presenze catturate in un’espressione o in un gesto, frutto di un lungo percorso verso l’essenzialità della rappresentazione e denso di rimandi alla storia della pittura ad olio. Il forte interesse per la natura e dunque per il mistero dell’esistenza, sono le basi tematiche della sua ricerca e lo stimolo ossessivo verso il tentativo di raffigurarla. Dal 2015 la sua ricerca artistica si focalizza sulla composizione della scena pittorica nel senso più classico ed ampio, con grandi tele riferite a capolavori del passato e filtrate dalla sua iconografia.
Vive e lavora a Bologna.