-Ci sono realtà che si rinnovano e continuano a produrre in chiave moderna mostre sempre nuove, seguendo uno stile innovativo che segue performance e gruppi innovativi che negli anni 70 hanno fatto delle performance ,e delle arti un must! Ed è qui , che nel museo e nella mostra che vi sto per presentare vengono rappresentate nel migliore dei modi, nel museo d’arte moderna di Bologna. Sto parlando del Museo Mambo .
Nel 1975 vengono inaugurati, in Piazza della Costituzione, gli spazi del museo disegnati appositamente dall’artista e architetto Leone Pancaldi; prima panetteria , e anche palestra ,ridisegnata su misura, qui viene creato il Mambo ; le caratteristiche cercano di dare spazio alle moderne arti performative cercando di dare innovazione e cultura portando punti di vista differenti di gruppi di artisti nuovi che si confrontano anche nel palcoscenico internazionale . Tutto questo sorge in un complesso di realtà e di fervore giovanile : come Il cassero e l’ex cineteca , dove purtroppo adesso si trovano in una zona non più molto frequentata , ma che lasciano spazio alle iniziative più o meno importanti che la realtà di Bologna possa offrire !
La mostra permanente, che si presenta in questo momento al Mambo , pone l’accento sulla” settimana” delle performance , momento cardine della storia istituzionale, con forme e soggettività umane ed un linguaggio performativo dinamico e un allestimento trans.-storico !
La Sala si suddivide in 6 parti, ognuna caratterizzata, con un proprio linguaggio o un proprio artista , dove prevale per l’appunto l’innovazione e la presentazione delle arti ,degli anni 60-70 del novecento !
E iniziamo così a farvi vedere questa prima parte – dove si presentato immagini ,linguaggi ,fotografie sull’uomo! : sculture e oggetti posa! … molto presente anche la street-art con forme di ribellione sociale e inusuale !
Partiamo col presentarvi Francesco Vezzali, che ci viene presentato come un artista che utilizza un linguaggio ironico e allusivo ,con i suoi arazzi astratti e metodi eterogenei a scacchiera – immersivi e suggestivi ; per poi passare a Conetto Pozzati che richiama tecniche del New dada , con anche richiami surrealisti e rilanci figurativi degli anni 63’-65 , l’opera “Grande Spettacolo ortogonale”, ha forme vitali e organismi espandibili ; Un altro importante protagonista di questa sala è “Gilbert & George” , rappresentazioni di una giornata ,scultura con problematiche come la sessualità ,politica e religione ; nella prima parte come abbiamo detto sono presenti anche graffiti di artisti sconosciuti con slang di carattere sociale e provocatorio!
La seconda stanza pone al centro la figura femminile e il giusto spazio che si deve riservare ad essa nell’arte. viene presentata un artista femmina , scorcio di quella innovazione che si pensava fosse esclusiva degli uomini e che invece trova in questa sala una vera e propria protagonista ; sto parlando di Lynda Benglise ; Certo, una affermazione femminile moderna! , ma visto che siamo a Bologna, possiamo anche ricordare Porpezia de rossi , molto antecedente alla nostra Lynda, (pieno rinascimento ) che potrebbe tenere alto l’onore e l’arte femminile.
La sua, ha grande forza e capacità rigenerativa , con riflessioni sull’arte femminile, che ripensa a convenzione e preconcetti , dove si intravede in lei una memoria vasariana ;
L’intera mostra che ci viene rappresentata nelle sue sculture riflette temi attuali e sempre incisivi!
“ Gran cosa che in tutte quelle virtù et in tutti quelli esercizi , in qualunque tempo le donne hanno voluto inserirsi , e sempre uscite eccellentissime e famose con infinità di esempi ,come potrebbe dimostrarsi “
E ora passiamo alla terza sala, che è la più grande , piena di tante opere presenti in tutta la mostra, sto parlando di “Geometrie , oggetti e laboratori “ : si presenta come una vera e propria stanza da laboratorio, dove oggetti quotidiani, ma soprattutto meccanici sono l’esempio principale – qui troviamo artisti come Cristopher Muller “Hare and Dry” ,oggetti quotidiani “nature morte” ,semplici e banali con qualità informali e interazioni , le nature di Muller sono vere e proprie messe in scena ,fotografie di oggetti di uso comune .
Poi abbiamo i nodi di Pierpaolo Campanini , dove ci sono rappresentati spezzoni di memoria, un nodo in cui noi costruiamo il nostro spazio domestico attraverso l’utilizzo di spilli ,chiodi ,aghi e fili , completato il ciclo vivendo in piena metamorfosi ; una distanza tra scultura e rappresentazione !
Poi abbiamo HOBOBOLO, una ricostruzione di una porzione di studio dell’artista, con materiali e strumenti di lavoro , una specie di laboratorio narrativo , spazio capace di attraversare temporalità e creare nuovi immagini .
E finiamo con la rappresentazione di Pinot Gallizio : una favola fuori tempo che si sviluppa in orizzontale con forme geometriche tridimensionali che richiamano l’oggetto come parte della mostra ; psicogeometrica , sperimentate nel suo laboratorio di officina .
Le ultime due fasi della mostra vengono contraddistinte da due artisti italiani di molto successo internazionale e nazionale, che hanno trovato spazio sia nella riprova sociale ,sia in quella di rappresentazione di oggetti e nature morte :
Sto parlando di Giorgio Morandi e Renato Guttuso .
Giorgio Morandi , è nato il 20 luglio a Bologna ,pittore e incisore , trascorreva ore e ore a riflettere sul proprio lavoro, in modo preciso e meticoloso ; la cosa che lo contraddistingueva di più erano le sue nature morte, spesso bottiglie ,recipienti , vasi, brocche ,e utensili , anche se la sua visione può sembrare molto semplici è proprio questo che ha attirato l’attenzione di un pubblico molto vasto in America ,Europa e Brasile ; un’ altra cosa che lo caratterizza molto ,sono i suoi paesaggi , perfette visioni frontali caratterizzate da alcune strade e scorci di Campiaro a Grizzana ,
Altra significativa caratteristica da lui formatasi nel tempo è quella dell’incisione , che è un capitolo fondamentale dell’intera vicenda di Morandi , con lo studio di acqueforti da autodidatta.
Studio di riproduzioni delle opere grafiche di antichi maestri incisori ,base del suo insegnamento è dovuto allo studio nella accademia di belle arti di Bologna , tempo e composizione !
Renato Guttuso in questa sala viene rappresentato con un solo grande quadro , il più grande da lui creato ,vale a dire “Funerali di Togliatti “ (forte caratterizzazione politica) , esposto con i rappresentati principali del movimento comunista quali Lenin ,Berlinguer, Neruda ,Sartre
,per fare alcuni esempi ; forte caratterizzazione e presa posizione dell’artista! , anche esposto in una città come Bologna caratterizzata da una forte storia di questo movimento !
Come tutta la mostra, le espressioni performative di carattere sociale e di ribellione sono presenti in modo molto predominante in tutte le sale , ma vi voglio lasciare facendovi seguire , anche quali sono state le altre mostre performative presenti a Bologna ,negli anni 70, e che sono state rese accessibili nella sala del museo ; Arriviamo a citare le prime mostre del 1977 tra le più riconosciute al mondo grazie a una forte valenza estetica, di scambio culturale , controculturale , fino a coinvolgere l’amministrazione pubblica ; l’espressione per meglio descrivere le performance che vengono viste è “ non importa cosa “ , negli anni 70 ci sono stati diversi movimenti culturali liberi che si sono rappresentati e formati come Fluxus , Gruppo Gutai e anche internazionali, come azione Viennese !
Il sentimento che viene fuori da questo contesto è quello di dinamismo ,eccentrico , fuori dall’ordinario e provocante, come d’altronde si caratterizza la cultura dell’arte degli anni 70 di quella società liquida che ancora oggi fa parte della nostra collettività , e che meglio può essere sintetizzata in un museo che ha visto tante trasformazioni nel cuore di una città sempre in movimento e che si è fatta sentire con forza e calore !
Grazie per esservi immersi in questa meravigliosa realtà e spero che la visione comunicativa abbia avuto lo stesso effetto della mostra che ho potuto visitare !
CITAZIONI DA AGGIUNGERE SE SI VUOLE –
La realtà dell’espressione un nuovo modo di interpretare se stessi e il mondo , un fil rouge del senso dell’estetica del mondo, apprezzato dall’occhio e dal viso dell’arte!
Se nella infinità di arti che si possono esprime nella realtà moderna, quelle performative sicuramente portano lo spettatore fuori dalla propria zona di confort come si direbbe oggi , perché fa riflettere su temi e significati dei più diversi . Non esiste una struttura uguale per tutti, ma si può certo dire che è diventato quasi più teatro che il semplice essere rappresentato nei quadri, una vera visione che esce e che poi ha portato l’arte a essere quella di oggi: soggettiva e personale, non più legata a qualcosa di fisso ma che si esprime in qualcosa di nuovo , arte di movimento o di coinvolgimento quasi tattile e per questo sfonda la parete ! . Per guardare oltre… chissà dove può arrivare l’arte adesso, con queste nuove espressioni ? Guardando bene , mi viene in mente i robot di cartapesta che rappresentano l’uomo e l’ambiente in movimento che si proietta nel mondo di adesso ! moderno e in rapporto col tecnologico -smart city and performance , sempre nuovo e innovativi , una parete su cui si riflette e prende coscienza l’uomo !