Fino al 17 febbraio 2019 presso il suggestivo Museo dell’Ara Pacis, a Roma, è possibile ammirare la mostra su Marcello Mastroianni, uno degli attori più rappresentativi e celebri del Cinema nostrano degli anni sessanta e settanta, capace di incarnare al meglio un’epoca e di farsi amare dagli italiani (e non solo) grazie a un’ironia e una gentilezza fuori dal comune.
L’esposizione ripercorre le tappe fondamentali, cinematografiche e private, della vita dell’attore, dagli esordi, ancora undicenne, sul palcoscenico della chiesa di Santi Fabiano e Veneziano a Roma fino ai sodalizi artistici con Visconti, Fellini e gli altri maestri che hanno reso grande il Cinema italiano nel mondo, passando per le celebri scene girate al fianco dell’amatissima Sophia Loren, con la quale avrebbe fatto conoscere all’estero le contraddizioni del matrimonio all’italiana.
Percorrendo le stanze del Museo si possono osservare le fotografie di un giovanissimo Mastroianni accanto a mamma Ida, papà Ottorino e il fratellino Umberto, dalle quali è già possibile intravvedere quel sorriso solare e autentico che sarebbe diventato presto uno dei marchi di fabbrica dell’attore, scortandolo dalle campagne del frusinate fino agli sfarzi di una Via Veneto stordita dalle luci leziose e patinate de “la Dolce Vita”. Accanto agli scatti di gioventù, troneggiano le immagini della maturità artistica, che vedono Mastroianni protagonista accanto a volti internazionali del Cinema come Catherine Deneuve e Faye Dunaway, prima sue compagne sul set e poi anche nella vita.
Un’esistenza tra teatro e cinema, quella dell’attore di Fontana Liri, tanto che lui stesso definì la sua “una vita tra parentesi”, scandita da quei momenti che, seppur nella loro brevità, lo allontanavano dalle riprese, dalla movida (in realtà mai troppo frequentata) e da quella fama di “latin lover” che, con suo grande rammarico, lo avrebbe accompagnato fino ai suoi ultimi giorni.
Il merito della mostra, curata da Gianluca Farinelli, è quello di far conoscere Marcello ancor prima che Mastroianni, l’uomo dietro il grande attore, con la sua passione per i mostri sacri del Cinema (da Clark Gable a Marlene Dietrich passando per Fred Astaire), le sue debolezze e la sua genuinità, riuscendo nell’obiettivo anche grazie alla proiezione di alcune parti del documentario sulla sua vita “Mi ricordo, sì, io mi ricordo” di Anna Maria Tatò, in cui è Mastroianni stesso a raccontarci di sé, e lo fa come lo farebbe un amico di vecchia data che non vediamo da tempo, tanto che sembra quasi naturale urlare allo schermo “Marcello, come here!”