Un pezzo di Roma, un pezzo di cuore pulsante della città. Sandro ha ereditato la Bottega da suo padre Enrico, che lui chiama Maestro. Una tenerissima commozione vela i suoi occhi azzurri quando parla di lui. Mentre si muove nel suo habitat naturale, tra le targhe di marmo.
Ogni targa ha una storia, una sua personalità. Una frase ascoltata per caso, letta in un libro, consigliata da un amico…
Detti popolari, saggezza antica e goliardia romana qui si incontrano e si fondono. Tra libri d’epoca, oggetti evocativi, arnesi e dipinti immersi nella luce soffusa.
Questa è una finestra su Roma.
“I Romani non esistono più… si è perso lo spirito di Roma. Adesso sono tutti interessati al computer e ai soldi”. Sandro mi parla di una Roma in cui i vecchi si portavano la sedia per strada e si mettevano a parlare tra loro. Con quello spirito di divertimento e goliardia, ma anche di genuina generosità e amicizia.
“Roma la devi ama’! Roma ce la devi ave’ ner core”, mi intima Sandro, con tono fermo e insieme appassionato. Proprio con quel misto di romanità, saggezza e tenerezza che si respira nel suo meraviglioso laboratorio.
“Questo negozio morirà con me…” mi confessa sommessamente. Infatti le sue figlie non hanno ereditato la passione per la Bottega.
E di fronte allo scenario di una Roma che si spopola sempre di più dei suoi luoghi autentici, non posso che provare un moto di malinconia e di amarezza.
Penso che dipenderà molto da come accoglieremo la lezione di chi è venuto prima di noi. I Romani che amano Roma da generazioni. E che la conoscono, e la sentono.