“Perché la realtà è terribilmente superiore ad ogni storia…” (da Van Gogh Il Suicidato della Società di A. Artaud)
Scritto, diretto e interpretato da Francesca Astrei questo monologo porta in scena la fragilità di chi non riesce a superare il peso di una società pronta a essere giudice e carnefice verso chiunque sia fuori dagli schemi che essa stessa ha precostituito.
Partendo dall’amore per Van Gogh, artista che ha sublimato la sua fragilità e la sua follia in opere magnifiche che proprio da queste sue peculiarità traggono la loro forza comunicativa ed espressiva, Francesca crea un ponte tra il passato e il presente accostando al dolore sociale del grande artista quello di una ragazza di vent’anni esposta alle critiche e al giudizio sociale da un ex fidanzato vendicativo. La storia prende spunto da un fatto di cronaca accaduto nel 2017 e che ha portato al suicidio della protagonista proprio a causa del peso della esposizione sociale impossibile da sopportare. Purtroppo la cronaca ha diverse volte avuto a che fare con questo tipo di tragedie che si nutrono di torbide curiosità e di perbenismi appiccicosi peggio delle carte moschicide. Come per Van Gogh l’unica via possibile di fuga alla ricerca della pace dell’anima diventa il suicidio. L’amica della nostra protagonista accoglie e cerca di proteggerla come può così come Teo, il fratello di Vincent Van Gogh, nelle lettere prova a dare sostegno e forza.
Ma quando s’innesca quel pericoloso meccanismo dell’esclusione diventa poi troppo arduo riuscire di nuovo a raccogliere le fila della propria esistenza. Il suicidio provocato dalla estrema curiosità, da un isolamento che è giudizio morale, che è mancanza di comprensione e di empatia. Il suicidio come unica possibilità.
Una interpretazione intenza e ricca di spunti di riflessione. Un ponte tra la platea e il pubblico che crea una sintonia per un’ unanime riflessione su quello che oggi sono i social.
La grande capacità del teatro di unire in una emozione condivisa, un’emozione senza tempo che si stringe attorno a Van Gogh come attorno a una semplice ragazza entrambi schiacciati da una società che li ha voluti indicare come “diversi”.
In scena a Fortezza Est fino a sabato 2 aprile