Molte volte ci ritroviamo a guardare un’opera d’arte con stupore, senza provare nemmeno per un istante ad immedesimarci nell’autore, senza renderci conto dei secoli che ci dividono da chi ha creato qualcosa molto tempo fa…
Da uomini e donne del XXI secolo, corriamo dunque il rischio di dare per scontato molte cose, prime tra tutte, le competenze e le conoscenze di cui oggi disponiamo, con immensa facilità.
Pensiamo solo alle competenze linguistiche che in molti abbiamo e che ci permettono di leggere un articolo scientifico nella nostra lingua madre o anche in altre, dandoci così modo di accedere ad una serie di informazioni che erano assolutamente sconosciute od inaccessibili anche solo 30 anni fa.
Forse è per questo che il genio si staglia potente ed irraggiungibile nell’immaginario collettivo, come qualcuno in grado di anticipare i tempi, di vedere laddove in molti sono totalmente ottenebrati.
Daniel Gelfman, del Marian University College of Osteopathic Medicine di Indianapolis, ha pubblicato un articolo sulla rivista Jama Cardiology, in cui spiega come il nostro connazionale, vissuto a cavallo tra il 1400 ed il 1500, sia stato uno dei primi a osservare il funzionamento della vena giugulare, ritraendola in maniera similare a quella di un giovane in buona salute ed in stato di eccitazione.
L’opera di cui stiamo parlando è ovviamente il David ed il protagonista è rappresentato pochi istanti prima di affrontare il temibile Golia.
Conservata nella Galleria dell’Accademia di Firenze e databile tra il 1501 e l’inizio del 1504, questa statua dalle imponenti dimensioni, è stata creata ben prima che l’anatomista William Harvey potesse descrivere la meccanica del sistema circolatorio (cosa che accadde solo nel 1628).
Il soggetto è stato ritratto nei minimi dettagli anatomici e con una cura degna di un medico esperto in anatomia; con il salire dell’adrenalina prima dello scontro, l’artista ha saputo incedere sulla pietra con estrema cura ogni dettaglio visibile ad occhio nudo.
Non solo, dunque, il sistema vascolare del collo, gonfio e definito, che però è quello che, a distanza di secoli, attrae maggiormente la nostra attenzione: la distensione della vena giugulare, infatti, si verifica, ion soggetti con qualche problema patologico, in caso di elevate pressioni intracardiache e possibili disfunzioni cardiache, oppure, in soggetti sani, qualora si sia sottoposti a stati di eccitamento.
Insomma, il genio nota cose che gli altri non vedono, cura il dettaglio, cerca costantemente di migliorarsi e passa alla storia perchè le sue opere sono immortali e capaci di resistere al tempo, stupendoci ancora.
Ora anche il mio professore di Storia dell’Arte avrà qualcosa in più da spiegare ai suoi alunni: Michelangelo, 500 anni dopo, continua a far parlare di se.